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Killer si pente e incastra complice e mandante. Fratello del boss “arrestato” in ospedale, l’altro era sul litorale

Casal di Principe. E’ Cipriano D’Alessandro il personaggio chiave dell’inchiesta che ha portato oggi a due arresti eccellenti nelle fila dei Casalesi. I carabinieri della Compagnia di Casal di Principe, coordinati dal capitano Luca Iannotti, hanno notificato le due ordinanze nei confronti di Romolo Corvino e Walter Schiavone rispettivamente a Castel Volturno e a Milano. L’arresto di “Romoletto”, residente a Casal di Principe, è stato eseguito sul litorale domizio; quello del fratello di Sandokan nell’ala riservata ai detenuti di un ospedale milanese dove l’uomo è ricoverato.

D’Alessandro, invece, è indagato a piede libero, in quanto collaboratore di giustizia: il suo apporto è stato decisivo. Il pentito sanciprianese ebbe il ruolo di esecutore materiale del delitto, al pari, secondo la Dda, di Corvino, mentre Walter Schiavone fu il mandante.

Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, hanno fatto emergere, grazie anche alle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia dello stesso clan, la presunta responsabilità degli indagati in relazione all’omicidio di Antonio Diana, commesso il 23 giugno 1991 a San Cipriano d’Aversa. Il delitto maturò nell’ambito della faida per il controllo delle attività illecite del clan tra la famiglia Bardellino, facente capo al fondatore dei Casalesi Antonio Bardellino e gli Schiavone, che volevano prendere il comando della cosca. Secondo quanto ricostruito dalla Dda e dai carabinieri della Compagnia di Casal di Principe, la mattina del 23 giugno di 28 anni fa, i due esecutori col volto travisato da uno scialle, raggiunsero Corvino che era su un motorino in compagnia del figlio, all’epoca di soli 3 anni, ed esplosero numerosi colpi di pistola, uccidendo Diana; il figlio rimase illeso per miracolo. A ordinare il delitto – è emerso – fu lo stesso Walterino, che voleva realizzare una vendetta trasversale nei confronti dei rivali.