Parete/San Marcellino/Aversa. Il nuovo clan ormai può fare a meno delle armi. Solo soldi, magari da ripulire e affari. E’ questo lo scenario tracciato dal pentito Salvatore Orabona che svela ai magistrati l’ennesimo ribaltone interno ai Bidognetti, dando il via all’indagine culminata questa questa mattina con l’esecuzione di sei ordinanze. Orabona si sofferma in particolare su due figure: Salvatore Fioravante detto “porcellino”, referente di San Marcellino, ed Enrico Verso, cognato dell’attuale pentito Raffaele Bidognetti, e uomo forte della zona di Parete.
Fioravante viene indicato in particolare come un “fiancheggiatore”; passato poi tra i referenti del Comune di San Marcellino per il clan insieme ad altri. Tutti fino all’ottobre 2016 erano liberi. “Ho riferito i nominativi delle predette persone quali appartenenti a vario titolo del clan dei casalesi, come preciserò nel dettaglio in un prossimo interrogatorio, in quanto con tutti loro ho avuto contatti di persona. Posso subito riferire di alcune riunioni alle quali ho partecipato. Una prima riunione avvenuta intorno al 20 maggio, ero da poco ritornato in libertà, si è tenuta in San Marcellino presso l’abitazione della madre di FIORAVANTE Salvatore, presente quest’ultimo insieme a me c’era omissis…: Preciso che all’epoca io e Fioravante eravamo sottoposti alla misura di prevenzione con obbligo di dimora nel comune di residenza.”
Prosegue la trasformazione in queste zone degli affiliati, non più soggetti in grado di commettere omicidi ma di tessere rapporti con imprenditori e colletti bianchi: “Il nuovo gruppo dei casalesi non è più interessato a faide interne, nè a commettere omicidi, ma a gestire settori imprenditoriali e altre attività dalle quali trarre lauti guadagni. Di conseguenza, noi fazione Schiavone abbiamo operato unitamente al gruppo facente capo a .omissis. e ai gruppo BJDOGNETTL anche se di quest ultimi in libertà sono rimasti in pochi, tra questi vi è Enrico Verso”
Nella foto Salvatore Fioravante e Raffaele Bidognetti