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Terrorista, caccia a rete dei complici. Ricostruito spostamento da San Felice ad Acerra

Acerra/San Felice a Cancello. Una rete di complici che lo ha supportato nella latitanza. Non si ferma con l’arresto di Mourad Sadaoui, eseguito in queste ore nelle campagne tra Acerra e il Casertano, l’indagine di Digos e Questura di Caserta. Il 45enne terrorista ha contato di certo su contatti e persone che lo hanno supportato nei suoi spostamenti, prima dall’agro aversano alla Valle di Suessola e poi da San Felice ad Acerra. Un ultimo trasferimento di pochi metri, sempre attraverso le campagne che collegano Cancello Scalo al bosco di Calabricito.

Il 45enne si muoveva di continuo e non frequentava i luoghi soliti di altri immigrati, come le moschee e le stazioni ferroviarie, come ha spiegato il capo della Digos della questura di Caserta nel corso della conferenza stampa sull’arresto del cittadino algerino. Il blitz è scattato stamani all’alba, quando l’uomo è stato sorpreso in un piccolo casolare nelle campagne di Acerra, di quelli forniti di pozzo artesiano e usati dai contadini.

Con sé aveva due cellulari, che ora saranno analizzati per accertare legami – esistenti con forte probabilità – con persone residenti tra Caserta e Napoli, ma anche per capire come abbia fatto a tornare in Italia senza documenti. La sera prima, è emerso, l’uomo aveva dormito in un altro casolare nelle campagne di San Felice a Cancello. Dal 2003 Sadaoui ha vissuto in Italia con permessi di soggiorno per motivi di lavoro; il 45enne, nel 2010, ha presentato richiesta di rinnovo ma prima che potesse essergli notificato il rigetto emesso dall’Ufficio Immigrazione della questura di Caserta, fuggì dall’Italia; era il 2013, da allora scomparve per riapparire in Siria.

Al momento però non è emerso che il 45enne stesse progettando attentati o altri gesti criminali. Il questore Antonio Borrelli ha sottolineato come l’operazione sia importante perché è “il frutto della stretta collaborazione tra la Digos e l’Ufficio Immigrazione della Questura di Caserta, che incrociando i dati, hanno identificato Sadaoui dalla comparazione delle foto ricostruendo il suo percorso in Italia”