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“Dolcenera” un bitrot dedidato a Fabrizio De Andrè

Caserta. Nel casertano un locale dedicato a Fabrizio “Dolcenera”

 Dolcenera” è uno dei testi più famosi  del cantautore Fabrizio De Andrè, ma è anche il nome di un bistrot che si trova nel casertano,  a Ruviano,in via Nazionale, 46  e che, oltre ad essere un piccolo hub del gusto dove tutti i piatti in carta vantano ingredienti “casertani”, vuole essere anche un salotto culturale.

L’idea innovativa che anima questo locale è Mena Femiani, desiderosa di creare uno spazio  in cui si fondono territorio, musica, arte e convivialità. Tante le iniziative  proposte ogni mese, la prossima cade nel giorno del compleanno di  Fabrizio De Andrè  il 18 febbraio.

La serata sarà intitolata  “Parlando di Faber”,  dove oltre a ripercorrere la storia musicale del cantautore (attraverso un duo composto da chitarra e voce) gli spettatori  potranno interagire scambiando pensieri in merito a  Fabrizio De Andrè, ovviamente, in merito ai piatti che saranno serviti, capolavori della cucina territoriale che hanno reso questo bistrot sempre più frequentato dai buongustai.

 

 

Dolcenera il significato di una canzone e l’origine di un nome d’arte

In molti si sono interrogati sul nome d’arte scelto da Dolcenera, la cantante pugliese che ha debuttato a Sanremo nell’ormai lontano 2003. E non a tutti è venuta in mente la canzone Dolcenera di De André, cantautore molto amato dalla cantante che, proprio in suo omaggio, ha scelto di chiamarsi come uno dei suoi brani più belli.

Il testo di Dolcenera è sicuramente di difficile comprensione, anche a causa degli inframezzi in antico dialetto ligure che qui trovate tradotti. Molti pensano che Dolcenera si riferisca alla figura di una donna: nulla di più sbagliato. Dolcenera è il nome dato all’acqua dell’alluvione che ha investito e distrutto Genova nel 1972.

Il tema che percorre tutto l’album Anime Salve è la solitudine. Ed è proprio la solitudine quella che è narrata in Dolcenera: la solitudine degli amanti che presi dal loro amore non si accorgono del mondo che li circonda. In Dolcenera c’è un uomo che aspetta invano la sua amante e non si accorge del disastro che sta avvenendo, mentre la donna viene trascinata via dall’acqua

 

Dolcenera il testo

 

 

Amìala ch’â l’arìa amìa cum’â l’é
Amiala cum’â l’aria ch’â l’è lê ch’â l’è lê
Amiala cum’â l’aria amìa amia cum’â l’è
Amiala ch’â l’arìa amia ch’â l’è lê ch’â l’è lê
Guardala che arriva guarda com’è com’è
Guardala come arriva guarda che è lei che è lei
Guardala come arriva guarda guarda com’è
Guardala che arriva che è lei che è lei
Nera che porta via che porta via la via
Nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera
Nera che picchia forte che butta giù le porte
Nu l’è l’aegua ch’à fá baggiá
Imbaggiâ imbaggiâ
Non è l’acqua che fa sbadigliare
(ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre
Nera di malasorte che ammazza e passa oltre
Nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c’è luna luna
Nera di falde amare che passano le bare
Âtru da stramûâ
 nu n’á â nu n’á
Altro da traslocare
Non ne ha non ne ha
Ma la moglie di Anselmo non lo deve sapere
Ché è venuta per me
È arrivata da un’ora
E l’amore ha l’amore come solo argomento
E il tumulto del cielo ha sbagliato momento
Acqua che non si aspetta altro che benedetta
Acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale
Acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte
Nu l’è l’aaegua de ‘na rammâ
‘n calabà ‘n calabà
Non è l’acqua di un colpo di pioggia
(ma) un gran casino un gran casino
Ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare
Quando ingorga gli anfratti si ritira e risale
E il lenzuolo si gonfia sul cavo dell’onda
E la lotta si fa scivolosa e profonda
Amiala cum’â l’aria amìa cum’â l’è cum’â l’è
Amiala cum’â l’aria amia ch’â l’è lê ch’â l’è lê
Guardala come arriva guarda com’è com’è
Guardala come arriva guarda che è lei che è lei
Acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
Acqua per fotografie per cercare I complici da maledire
Acqua che stringe I fianchi tonnara di passanti
Âtru da camallâ
 nu n’à â nu n’à
Altro da mettersi in spalla
Non ne ha non ne ha
Oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
Che si prende per mano
A battaglia finita
Come fa questo amore che dall’ansia di perdersi
Ha avuto in un giorno la certezza di aversi
Acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
Bassa sfila tra la gente come un innocente che non c’entra niente
Fredda come un dolore Dolcenera senza cuore
Atru de rebellâ
 nu n’à â nu n’à
Altro da trascinare
Non ne ha non ne ha
E la moglie di Anselmo sente l’acqua che scende
Dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
Nel suo tram scollegato da ogni distanza
Nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza
Così fu quell’amore dal mancato finale
Così splendido e vero da potervi ingannare
Amìala ch’â l’arìa amìa cum’â l’é
Amiala cum’â l’aria ch’â l’è lê ch’â l’è lê
Amiala cum’â l’aria amìa amia cum’â l’è
Amiala ch’â l’arìa amia ch’â l’è lê ch’â l’è lê
Guardala che arriva guarda com’è com’è
Guardala come arriva guarda che è lei che è lei
Guardala come arriva guarda guarda com’è

 

Dolcenera, note e significato

Racconta De Andrè durante un concerto:

“Questo del protagonista di Dolcenera è un curioso tipo di solitudine. È la solitudine dell’innamorato, soprattutto se non corrisposto. Gli piglia una sorta di sogno paranoico, per cui cancella qualsiasi cosa possa frapporsi fra se stesso e l’oggetto del desiderio. È una storia parallela: da una parte c’è l’alluvione che ha sommerso Genova nel ’70, dall’altra c’è questo matto innamorato che aspetta una donna. Ed è talmente avventato in questo suo sogno che ne rimuove addirittura l’assenza, perché lei, in effetti, non arriva. Lui è convinto di farci l’amore, ma lei è con l’acqua alla gola. Questo tipo di sogno, purtroppo, è molto simile a quello del tiranno, che cerca di rimuovere ogni ostacolo che si oppone all’esercizio del proprio potere assoluto.”