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Informatore medico a 24 anni: l’esperienza della dottoressa D’Angelo

Sparanise. Essere Referente di Zona per un’azienda farmaceutica a soli 24 anni è un traguardo veramente importante. Un profilo professionale che richiede esperienza, preparazione, e una padronanza di sé non comuni. Di sicuro l’arma vincente della nostra Vincenza D’Angelo, protagonista della nostra intervista odierna, è stata la determinazione, unita ad un grande impegno ed alla passione per il proprio lavoro.

 

Quello di oggi, tuttavia, oltre a chiarire alcuni aspetti di una professione poco conosciuta, è il racconto di un percorso poliedrico e sempre nuovo oltre che la realizzazione di un sogno che, data la mancanza di lavoro per i giovani che dilaga sempre più, la rende una cosa eccezionale.

 

Ciao Vincenza, allora, iniziamo a parlare un po’ di te, quella dell’informatore scientifico del farmaco è una figura professionale che non si improvvisa, ci racconti sei arrivata a questo traguardo?

 

 

La mia esperienza di informatore medico del farmaco è nata nel 2016 grazie ad un tirocinio universitario ed è continuata fino ad arrivare all’assunzione presso una società di informatori medico scientifici che si occupa dell’organizzazione dell’informazione medica appunto, in particolare nella regione Campania, per conto di più aziende farmaceutiche; durante questo periodo la mia carriera è stata in continua evoluzione sia grazie alla professionalità di figure di spicco come Giuseppe D’Angelo, che mi hanno permesso di seguirli durante le loro giornate lavorative e che mi hanno permesso di imparare un mestiere nella pratica di un campo dove non è facile inserirsi ma anche grazie alla grande differenziazione dei ruoli che è propria della mia azienda.

 

Durante questo periodo ho lavorato con diversi prodotti, appartenenti a diverse case farmaceutiche in ambiti che vanno dalla dermatologia alla gastroenterologia ma attualmente mi è stata offerta una posizione come product specialist nell’ambito della ginecologia e pediatria, con prodotti di una nota casa farmaceutica che ha sede ad Aversa, la Ventriglia DigiPharm, che mi è sembrata da subito molto interessante, sia perché mi avrebbe permesso di sfruttare le conoscenze teoriche acquisite sia durante il periodo di studio all’università sia come informatore scientifico, sia per il fatto che proveniva da una azienda molto affermata nel territorio regionale.

 

 

Il mio ruolo prevede la promozione di dispositivi medici utili alla ginecologia, alla pediatria o a figure professionali quali otorino-laringoiatri, l’organizzazione di eventi e congressi nazionali, e la gestione di un territorio molto vasto che è la provincia di Caserta. Ultimo ma non meno importante aspetto era sicuramente quello di lavorare in un ambiente professionale, a diretto contatto anche con personale aziendale come il dott. Domenico Ventriglia, personaggio di spicco dell’ambiente medico-ginecologico aversano, grande medico che ha e continua a credere in me permettendomi di crescere.

 

 

Il primo gradino è stato quindi quello della professione di informatore scientifico?

 

Si, dopo aver sostenuto un primo colloquio ho iniziato una professione del tutto nuova ed imprevedibile per me, che fino ad allora mi ero confrontata con l’ambiente molto diverso dell’università e dei laboratori di ricerca. Anche perché, nella vita dell’ISF, ogni giorno è diverso dall’altro, ogni giorno è una sfida da vincere, e questo può essere un fattore stimolante se si è predisposti a questo tipo di carriera, oppure trasformarsi in un grande problema.

 

 

L’aspetto più difficile e quello più bello del tuo lavoro?

 

La difficoltà maggiore è stabilire la giusta strategia comunicativa. Non è infatti possibile adoperare lo stesso modulo comunicativo e formativo, ma bisogna essere in grado di modulare le informazioni a seconda dell’interlocutore, è necessario poi rispettare dei tempi di intervento, che si apprendono sul campo con l’esperienza. Per il resto del mio lavoro mi piace tutto. La cosa più bella è vedere che il tuo prodotto ha risolto un problema, sia al medico che ovviamente al paziente. E’ il coronamento di un impegno e di una responsabilità non indifferenti.

 

Infine, un consiglio ai giovani laureati affascinati da questo profilo professionale. Di fare questo mestiere solo per passione, senza inseguire altri obiettivi.

 

 

Per essere product specialist, o comunque per fare carriera soprattutto nel mio settore, servono passione ed una grande responsabilità. Si è responsabili del proprio lavoro e dei risultati raggiunti. Quindi se non si ama profondamente quello che si fa è quasi impossibile andare lontano. Quindi farlo solo se si è portati alla comunicazione, alla relazione e alla gestione dell’imprevisto che è sempre in agguato dietro l’angolo

 

 

Ringraziamo Vincenza per questa chiacchierata e le auguriamo di continuare a perseguire i propri obbiettivi proprio in questa terra, la terra dei fuochi, fuoco che per i nostri giovani non smette mai di ardere nella speranza di un futuro migliore.

 

Vorrei cogliere l’occasione di questa intervista per ringraziare in primis la dottoressa Loredana Lanna per il prezioso aiuto nello studio, per avermi sopportata e supportata. Per la professionalità con cui mi ha sostenuto nei momenti più difficili e con grinta mi ha portato fino all’obbiettivo prefissato. Grazie tutte le persone che mi sono state di supporto: I miei Genitori, mio fratello, i nonni, le amiche e tutti coloro che hanno creduto in me. Grazie. Ringrazio anche la redazione a presto.

 

ENZA D’ANGELO