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Slot e clan, 13 a rischio processo: data chiave e scenari possibili. NOMI E FOTO

Maddaloni. Tredici a rischio processo. Si profila una spaccatura nel procedimento sulle slot machine dei Marciano, imposte, secondo l’accusa ,nei bar di Maddaloni in nome della costola calatina dei Belforte. Nell’udienza preliminare fissata per il 5 dicembre, infatti, in tanti potrebbero portare davanti al gup Battinieri richieste di rito abbreviato o addirittura proposte di pattegiamento.

 

I coinvolti

Un modo per accedere a sconti di pena ed evitare ulteriori problemi giudiziari soprattutto per le posizioni più marginali. Il pm della Dda ha invocato il processo in totale per 13 persone, tutte di Maddaloni (ad eccezione di una, il teverolese Raffaele Diana) e molte delle quali appartenenti alla famiglia Marciano. Tra tre settimane è in programma l’udienza decisiva, ai fini dell’eventuale rinvio a giudizio, dopo il nulla di fatto del primo appuntamento per difetto di notifica: in attesa ci sono i tredici indagati Alberto Marciano, Davide Marciano, Francesco Marciano, Giuseppe Marciano, Michele Marciano, Pasquale Marciano, Vincenzo Marciano, Domenico Di Stasio, Antonio Mastropietro, Ciro Micillo, Giampiero Vegliante e appunto Raffaele Diana.

 

Si apre nuova fase dopo ricorsi

Esaurita la fase delle misure cautelari, col ricorso in Cassazione discusso la settimana scorsa, ora le attenzioni dei difensori sono rivolte all’apertura del procedimento ormai vicinissima. Secondo l’impianto accusatorio della Dda di Napoli, avvalorato dall’attività investigativa della Guardia di Finanza, il cla reinvestiva i soldi della droga, dell’usura e delle estorsioni proprio nel fruttuoso mercato delle slot.

Nel corso dell’operazione i finanzieri hanno anche sequestrato 130 slot in 22 bar e locali. Il capostipite dei Marciano, il 66enne Vincenzo, oggi unico indagato a piede libero, nel marzo 2016 subì la confisca di prevenzione di beni e della sua società di slot machine per un valore totale di 5 milioni di euro. Nonostante i sigilli e l’amministrazione giudiziaria cui fu sottoposta la sua società, è emerso dall’inchiesta, l’anziano imprenditore, con l’aiuto dei sei figli Davide, Francesco, Giuseppe, Michele, Pasquale e Alberto (solo Alberto è ai domiciliari), ha continuato ad essere monopolista a Maddaloni nel settore della distribuzione delle macchinette mangiasoldi. Ad incastrare i Marciano sono state le dichiarazioni di tre pentiti: Michele Lombardi, Michele Farina e Juri La Manna.