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La morte di Lele Reali, la commozione dei parenti e quel selfie prima di morire

Di 7 Novembre 2018Cronaca

Caserta/Bellona.  Era nato a Rieti da genitori di origine umbre Emanuele Reali, il carabiniere 34enne morto a Caserta, travolto da un treno mentre inseguiva un ladro. La famiglia vive tuttora a Cascia, dove è tanta la commozione per la tragedia.

Le sue origini

 

Reali era cresciuto a Roma, dove aveva iniziato la sua carriera nell’Arma, restando sempre legato ai luoghi natii dei genitori; sposatosi qualche anno fa con una ragazza originaria di Piana di Monte Verna  è arrivato al Comando Provinciale di Caserta dove prestava servizio in borghese, sempre in strada a caccia di malviventi. I genitori del 34enne sono ora nella casa di Bellona in cui Reali viveva con la moglie e le due figlie piccole. I funerali si terranno a Piana di Monte Verna venerdì 9 novembre alle ore 15.

 

La commozione dei parenti

“L’Arma dei carabinieri era la ragione di vita” di Emanuele Reali, a raccontarlo è lo zio Piero Reali, consigliere comunale di Cascia. In lacrime, ricorda la “dedizione assoluta” di Emanuele per “il suo lavoro” sottolineando come fosse “uno che non si tirava mai indietro”.

 

“Per noi – ha aggiunto – era considerato un eroe e l’ha dimostrato anche con questo ultimo gesto”. Emanuele Reali era nato a Rieti, ma la madre è originaria di Poggiodomo e il padre, Vittorio, di Monteleone di Spoleto, anche se da alcuni anni si è trasferito a Cascia. “Mio nipote da alcuni anni prestava servizio a Caserta – racconta ancora lo zio Piero – e sapevamo che svolgeva un servizio delicato in un contesto non semplice, ma in Campania si era costruito anche la sua famiglia. Qui aveva conosciuto la moglie Matilde e dal loro matrimonio sono nate due bimbe di due e quattro anni”.

 

Il legame con la sua terra

Ma Emanuele non aveva mai troncato il suo legame con la Valnerina. “L’ultima volta che siamo stati insieme – racconta ancora Piero Reali – è stato un paio di mesi fa, in occasione del matrimonio di mia figlia, ma lui tornava appena poteva e soprattutto tornava a Cascia anche per dilettarsi nel suo hobby preferito, la caccia”. In queste ore emerge anche un particolare che fa sospirare lo zio Piero. “Mezzora prima di finire contro quel treno – racconta – mio nipote aveva chiesto al suo collega di farsi un selfie e questo sta a testimoniare una volta di più il suo spirito sempre positivo nell’approcciarsi al lavoro”. Intanto a Cascia c’è il dolore per la perdita di questo “figlio”. Ed è il sindaco Mario De Carolis a spiegare quanto Emanuele fosse ben voluto dalla gente. “Era un ragazzo buono e generoso – sottolinea -, un esempio per tutti