Skip to main content

Figlia ‘troppo occidentale’, tunisino in aula: “Le ho concesso pure Instragram”

San Felice a Cancello. Udienza di incidente probatorio  stamattina dinanzi al Gip di Santa Maria Capua Vetere Dr. Sergio Enea in cui doveva essere sentita la minore C.S., 15 anni, di genitori tunisini ma nata in Italia e residente in San Felice a Cancello, su richiesta del Pubblico Ministero Dott.ssa Gaudino.

Indagato  il padre C.A.B.S, 53 anni, stabilmente in Italia che è stato denunciato dalla figlia nell’agosto scorso per il reato di  maltrattamenti aggravato.

La ragazza, profittando di un momento di assenza del padre di casa chiamò i Carabinieri di San Felice a Cancello, chiedendone l’intervento, i quali accorsero subito presso l’abitazione trovandola in forte stato di agitazione; condotta, poi,  in Caserma e al Pronto Soccorso, ha raccontato di angherie e violenze commesse dal padre in suo danno, riferendo in particolare che lo stesso non tollerava la vita “occidentale” della figlia.

La minore doveva rendere la sua testimonianza con le modalità dell’audizione protetta, attraverso un collegamento audio video da altra stanza in  modo che non potesse vedere il padre.

Non sarebbe mai stata costretta a indossare il burqa e avrebbe anche regolarmente praticato la religione cattolica a scuola, né le sarebbe stato impedito di avere anche un profilo personale sul social Instagram; secondo la difesa, maggiori , ma comunque ragionevoli e tollerabili  restrizioni, sarebbero state limitate in un periodo temporale circoscritto, allorquando la madre è tornata nel paese di origine per cure sanitarie e i genitori avrebbero chiesto alla figlia minore di essere più attenta e prendersi maggiore cura del fratellino più piccolo essendo il padre per ore intere fuori per lavoro.

Il P.M. disporrà nuove indagini, di cui si attendono interessanti sviluppi. L’uomo era presente in aula insieme ai  suoi legali, gli avvocati Raffaele Carfora e Michele Nuzzo.