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Ucciso su indicazione di Grillo, il boss se la cava con poco…

Marcianise. Dieci anni di reclusione per un omicidio. Il boss Salvatore Belforte fa valere i suoi trascorsi da collaboratore e rimedia una condanna lieve per l’omicidio di Vincenzo Passariello, imprenditore casertano e fratello dell’ex consigliere regionale Luciano. Passariello venne ucciso dai sicari del clan Belforte nel 1998 a San Clemente. La settimana scorsa la Corte di Cassazione ha reso note le motivazioni della condanna definitiva per il sanguinario capoclan dei Mazzacane che ora ha perso i benefici dello status di collaboratore di giustizia ma all’epoca dell’indagine su quel delitto poteva ancora ritenersi pentito credibile e da tale è stato trattato in fase di condanna.

La Corte di Appello aveva inflitto la condanna a 10 anni di reclusione, riconoscendo proprio quel trattamento privilegiato. Belforte aveva anche presentato ricorso, salvo poi ritirarlo a maggio: a questo punto il procedimento si è di fatto concluso e la sentenza per il capo dei Mazzacane è diventata definitiva.

La mossa del fratello e la rivalità con l’imprenditore-amico

Lo stesso fratello Domenico, nel corso del processo con rito ordinario, fece delle dichiarazioni poi ritrattate in aula. La figura chiave di questo delitto è però Angelo Grillo, rivale di Passariello: secondo la Dda, al fine di imporsi nel settore terziario e di aggiudicarsi l’appalto per le pulizie dei presidi ospedalieri dell’Asl Ce1, l’ex consigliere comunale di Marcianise non aveva esitato a commissionare ai vertici dei Belforte, l’omicidio dell’imprenditore Vincenzo Passariello, già leader del settore pulizie e vincitore di appalti di servizio da prestare all’Asl di Caserta, suo concorrente e di intralcio alla sua ascesa imprenditoriale. Nello scorso novembre lo stesso Grillo confermò tale scenario.