CASTEL VOLTURNO. La camorra gli aveva ucciso il padre nel 2008 e, proprio per questo motivo, non ha esitato un attimo: Giuseppe Granata, ex sindaco di Calvizzano, non solo si e’ rifiutato di pagare ma ha anche deciso di denunciare subito il suo aguzzino, che voleva costringerlo a versare denaro per sostenere le famiglie dei carcerati.
E’ accaduto a Castel Volturno, dove i carabinieri, al termine di indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno arrestato per tentata estorsione un uomo che con la criminalita’ organizzata non sembra avere nulla a che fare. Giuseppe Granata e’ il titolare di uno stabilimento balneare che nel luglio del 2008 divenne teatro di un grave fatto di sangue, un omicidio compiuto dai rimasugli dell’ala stragista del clan dei Casalesi, quella facente capo alla fazione Bidognetti, per lungo tempo guidata dal killer Giuseppe Setola, pluricondannato all’ergastolo e autore di numerosi omicidi e di due stragi.
Un assassinio, quello del papa’ di Giuseppe, che si chiamava Raffaele Granata, maturato proprio per punire l’uomo che si era rifiutato di pagare la tangente alla camorra. Granata, allora 70enne, fu ammazzato perche’ qualche giorno prima aveva cacciato due estorsori che erano venuti a chiedere la tangente per conto del clan Bidognetti di Casal di Principe.
IL PRIMO LANCIO
CASTEL VOLTURNO. Questa mattina, i Carabinieri del Comando Stazione di Castel Volturno Pinetamare, nell’ambito di un’intensa e celere attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di D. D. ritenuto responsabile del reato di cui agli artt. 56-629 c.p. (tentata estorsione), posto in essere ai danni del titolare di uno stabilimento balneare di Castel Volturno.
La denuncia resa dalla vittima, che ha trovato pieno riscontro nelle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti, ha consentito di delineare a carico del D. D. gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di tentata estorsione, avendo quest’ultimo avvicinato il gestore dello stabilimento balneare al chiaro scopo di indurlo — con minacce implicite — a consegnargli somme di denaro per “MANTENERE LE FAMIGLIE DEI CARCERATI”, non riuscendo nel suo intento soltanto grazie alla ferma opposizione manifestata dal denunciante.
Invero, già nel luglio 2008, presso il medesimo stabilimento balneare era stato commesso l’omicidio del padre dell’attuale gestore dello stabilimento, assassinio consumato dopo il rifiuto di versare una tangente estorsiva. Quell’omicidio si rivelò – come poi cristallizzato dalla sentenza di condanna degli esecutori materiali e dei mandanti – espressione del programma criminale ideato ed attuato dall’ala “stragista” del gruppo BIDOGNETTI, all’epoca capeggiato da Setola Giuseppe, gruppo mafioso responsabile di numerosi omicidi e due stragi.