Si celebra oggi la 31° Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, un’occasione importante per promuovere, celebrare e sostenere i diritti dei bambini.
Era il 20 novembre 1989, infatti, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Due anni dopo, il 27 maggio 1991, con la legge n. 176, la convenzione fu ratificata anche dall’Italia.
La Convenzione rappresenta un testo giuridico importantissimo in quanto riconosce ai bambini e alle bambine di tutto il mondo la titolarità di diritti civili, sociali, culturali, politici ed economici.
Il testo della Convenzione, composta da 54 articoli, è diviso in tre parti: nella prima parte vengono enunciati i diritti (artt. da 1 a 41); nella seconda parte vengono individuati gli organismi preposti e le modalità per il miglioramento e il monitoraggio della Convenzione (artt. 42-45); infine, nella terza e ultima parte viene descritta la procedura di ratifica (artt. 46-54).
La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, inoltre, si fonda su quattro princìpi fondamentali: la non discriminazione (art. 2); il superiore interesse dei bambini (art. 3); il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo(art. 6); l’ascolto delle opinioni del minore (art. 12).
In tutti questi anni i princìpi della Convenzione hanno influenzato le Costituzioni e leggi nazionali di tutto il mondo anche se, nonostante il generale consenso sull’importanza dei diritti dei bambini, ancora oggi, in alcuni casi, vengono negati.
Quest’anno, inoltre, la ricorrenza assume un valore ancora più forte dato che ricade in piena pandemia causata dal Covid-19 che ha avuto un forte impatto sui minori e i loro essenziali diritti.
Proprio in occasione di questa giornata internazionale, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dichiarato:
«La Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza quest’anno assume un particolare significato in presenza di una pandemia che a livello globale produce un forte impatto proprio sui più fragili e a rischio di discriminazione e violazione dei diritti.
Superando ogni confine, il virus sta minando il futuro delle prossime generazioni.
In Italia, già prima dell’emergenza sanitaria, il numero dei bambini in povertà assoluta era drammaticamente alto ed è destinato ad aumentare.
Tutti noi siamo chiamati ad uno sforzo responsabile per tutelare i più piccoli e sostenere i genitori in difficoltà evitando che si possano allargare ulteriormente le disuguaglianze economiche ed educative delle famiglie.
I bambini, come gli adulti, che a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 devono affrontare cambiamenti importanti nel loro quotidiano, possono risentirne perché ansia e preoccupazione possono colpire anche i più piccoli.
La sfida che dobbiamo affrontare è quella di infondere ai nostri giovani serenità informandoli su ciò che avviene nel mondo e preservarli dall’inquietudine.
I ragazzi hanno bisogno di sicurezza, di chiarezza e di semplicità che consentano loro una percezione della realtà corretta e non alterata da paure e tensioni.
Prioritario, ancora di più oggi, è tutelare i più piccoli, coloro che vivono in contesti familiari di disagio o con disabilità e che hanno bisogno di assistenza che non sempre le famiglie sono in grado di assicurare.
Nel fronteggiare l’emergenza, è necessario che gli strumenti educativi e sociali diventino sempre più efficaci ed equi per i minori e le loro famiglie.
Dobbiamo permettere ai nostri ragazzi di realizzare i loro sogni con interventi mirati ed impedire che possano abbandonare gli studi perché la formazione è alla base dello sviluppo e della crescita di un Paese e rappresenta uno dei diritti dei bambini e degli adolescenti.
Lo stato di salute dei più piccoli e degli adolescenti è influenzato dal contesto sociale in cui vivono.
Bisogna quindi intervenire con determinazione per non far sentire soli i bambini e i giovani, per annullare ogni forma di disparità e consegnare un mondo migliore e più responsabile alle generazioni future».