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Bomba d’acqua sul Casertano, olive sepolte dal fango: raccolta stroncata

 

CASERTA. Olive affogate nel fango, reti per la raccolta distrutte, campi isolati, strade bloccate, alberi caduti, terreni allagati. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla violenta ondata di maltempo che ha colpito la Campania nelle province di Salerno e Caserta con danni alle coltivazioni e abitazioni invase da fango e detriti.

 

“La nuova perturbazione – sottolinea la Coldiretti – si abbatte sulle campagne dove è in pieno svolgimento una raccolta di olive che già registra un calo del 12% della produzione in Campania – Uil maltempo si abbatte improvvisamente – continua la Coldiretti – in un 2020 che si classifica fino ad ora come il quinto più bollente mai registrato in Italia dal 1800, con una temperatura di quasi un grado (+0,91 gradi) più elevata della media storica secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi dieci mesi dell’anno. Il moltiplicarsi di eventi estremi – continua la Coldiretti – è la conseguenza dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.”

 

 

“Sono saliti a 7275 i comuni – continua la Coldiretti – con parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico, il 91,3% del totale sulla base dei dati Ispra. Il risultato è che – continua la Coldiretti – sono 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi in una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro. A questa situazione – conclude la Coldiretti – non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari”.