CASERTA/NAPOLI. Un’ipotesi sorprendente sta prendendo corpo in queste ore. Nella giornata di oggi il Ministero della Salute dovrà infatti pronunciarsi sull’assegnazione del grado di rischio della Campania, oggi ancora in zona gialla.
Alla luce degli ultimi sviluppi appare difficile la conferma di tale area ma a Roma stanno valutando anche la diversa situazione tra l’area metropolitana e le province più densamente abitate col resto della Regione. A Napoli e Caserta ormai i positivi sono costantemente il 25% dei tamponi processati e per questo si sta facendo largo un’ipotesi finora non attuata per nessuna delle grandi regioni, ad eccezione del Trentino, ora uniformato.
Come rilanciato anche da “Il Mattino” il Ministero potrebbe decidere di adottare la zona rossa per le province di Napoli e Caserta, lasciando in giallo Benevento, Avellino e Salerno. Si tratterebbe di un vero e proprio lockdown per la maggioranza dei campani con bar, ristoranti e attività chiuse ad eccezione di quelle di prima necessità e impossibilità di lasciare la propria abitazione se non muniti di autocertificazione e per i motivi già noti la scorsa primavera (salute, lavoro, necessità).
Sanità al collasso spinge verso il “rosso”
“La situazione sanitaria in Campania ha superato il punto critico”. Lo affermano Alfredo Garzi, Lorenzo Medici e Vincenzo Martone, segretari generali regionali di Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl. “Dopo il presidio dello scorso 3 novembre presso la sede della Giunta regionale – precisano i tre segretari di categoria – oggi si e’ tenuto un incontro in videoconferenza con l’assessore regionale al Bilancio Ettore Cinque, Antonio Postiglione, direttore generale per la tutela della salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale e il dirigente Gaetano Patrone per affrontare i temi presenti nella piattaforma di CGIL-CISL-UIL”.
“Nel corso dell’incontro – informa la nota diffusa del sindacato – si e’ discusso dell’avvio di un piano di reclutamento speciale previsto dall’art. 1 del D.l. 34/2020, partendo dalla proroga dei contratti in essere dell’attuale personale precario e dal completamento del percorso di stabilizzazione per chi ha i requisiti di legge e utilizzando pienamente il termine massimo legalmente previsto. Della sicurezza sui luoghi di lavoro, a partire dall’approvvigionamento e distribuzione dei dispositivi di protezione individuale, con particolare attenzione alla separazione dei percorsi pulito-sporco, nonche’ all’adeguatezza degli spogliatoi; sia per quanto riguarda gli operatori del settore pubblico, sia per quanto riguarda gli operatori del settore privato, ai quali va assicurato inoltre uno specifico percorso formativo”.
“Abbiamo ribadito la necessita’ – aggiungono Lorenzo Medici, Alfredo Garzi e Vincenzo Martone – della convocazione del Comitato Regionale della Sicurezza appositamente istituito dal Ministero della Salute. E’ fondamentale un accordo sulla premialita’ COVID-19 per superare i limiti della delibera regionale 427/ 2020 e per garantire a tutti gli operatori di percepire tali indennita’ pur in maniera differenziata secondo il livello di rischio. Cgil, Cisl e Uil continueranno nella loro azione incessante di tutela dei diritti di tutti gli operatori sanitari incalzando la Regione Campania al fine di assicurare il miglioramento delle condizioni lavorative e minori rischi di contagio tra gli operatori oltre alla fondamentale valorizzazione dei meriti, per offrire la necessaria assistenza sanitaria ai cittadini, in termini di sicurezza e di adeguatezza a tutti i cittadini campani, indipendentemente dalle patologie di cui sono affetti “.
Sono stati programmati nei prossimi giorni altri incontri, il primo dei quali sulla questione relativa al reclutamento speciale del personale.