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Falsi incidenti: spuntano pure i favori sessuali. Tv, vino di lusso e pc a casa di 5 giudici

Nola. Il vino di pregio, le tv, i cellulari: tutti “regali di amici”. Ma anche prestazioni sessuali. E’ un giro torbido e a tinte rosse quello che stanno ricostruendo i magistrati impegnati in diversi fronti a delineare l’organizzazione che si cela dietro i falsi incidenti. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, si è concentrata negli ultimi giorni tra Marigliano, Sant’Anastasia e Nola, città dove operano i giudici e zona dalla quale proviene la maggior parte dei 53 indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio.

 

Nel corso delle indagini, in un filone di inchiesta capitolino, i magistrati hanno scoperto anche alcuni favori sessuali concessi da una nota professionista in cambio di un atteggiamento compiacente. Nel filone nolano, invece, compaiono i regali recapitati nelle abitazioni  di cinque giudici di pace attivi tra Nola, Sant’Anastasia e Marigliano: vino di lusso, bracciali, smartphone di ultima generazione, smart tv, computer. Erano questi i regali, ma in alcuni casi si trattava anche di denaro.

 

“Corruzione sistematica”: il giro d’affari

 

I regali arrivavano in concomitanza con le festività: per qualche giudice, in pratica, era Natale tutto l’anno. Gli avvisi di conclusione indagini sono stati notificati dai militari della compagnia della Guardia di Finanza di Nola. Il provvedimento scaturisce da un’indagine coordinata dalla procura della repubblica di Roma che ha consentito di ricostruire un quadro indiziario connotato da una sistematicità di condotte di “corruzione in atti giudiziari” perpetrate in relazione a contenziosi civili riguardanti sinistri stradali, caratterizzati da profili di falsità.

 

Le fiamme gialle hanno ricostruito numerosi episodi corruttivi relativi ad inesistenti sinistri stradali, i cui rispettivi giudizi sono stati alterati nel loro regolare svolgimento, determinando azioni risarcitorie per episodi di danneggiamento mai verificatisi o non riconducibili ai fatti denunciati. Complessivamente, le indagini condotte hanno permesso di accertare illeciti indennizzi “sentenziati” dai giudici di pace coinvolti per un ammontare pari ad oltre 120 mila euro.