“Figlio del pentito in giro con Rolex e Ferrari”: ombre sull’inchiesta politica e clan
CAPUA. Ombre sulle dichiarazioni di Francesco Zagaria. Nell’ultima udienza che si è tenuta nei giorni scorsi gli avvocati difensori hanno controesaminato il pentito “Ciccio ‘e Brezza” provando a smontare le accuse nei confronti dell’ex sindaco Carmine Antropoli e degli ex consiglieri Marco Ricci e Guido Taglialatela.
Secondo i difensori la famiglia di Zagaria continuerebbe ad avere un tenore di vita elevato nonostante i sequestri. Addirittura sono emersi viaggi a Parigi, Rolex al polso e una Ferrari con riferimento ad un figlio. Sotto la luce anche un presunto attentato subito dal fratello di Zagaria nel 2016, periodo nel quale lo stesso Ciccio ‘e Brezza avrebbe rivestito un ruolo centale nell’organizzazione criminale.
L’accusa
L’ex sindaco Antropoli è accusato dalla Dda di aver stretto un patto con Francesco Zagaria, detto “Ciccio ‘e Brezza”, dal nome della frazione di Capua dove risiede, considerato referente del boss omonimo Michele Zagaria. Un patto che avrebbe condizionato le elezioni comunali di Capua del 2016, cui Antropoli non si candidò perché era stato sindaco per due consiliature dal 2006 al 2016, facendo però candidare un proprio fedelissimo, che poi perse. Secondo i carabinieri ci sarebbe stato più di un incontro, sempre prima delle elezioni comunali del 2016, tra Antropoli e i due affiliati, in cui si parlava di politica.