Skip to main content

“Amicizie sul Comune e soldi del clan nell’usura”: le parole del boss incastrano il prof Trombetta

Marcianise. Il sequestro che toglie alla famiglia Trombetta tre immobili e conti correnti è di queste ore. Ma l’irruzione di guardia di Finanza e polizia parte da molto lontano: il punto di svolta può essere datato addiritura 22 maggio 2015, quando il boss Salvatore Belforte, allora pentito, ricostruisce ai magistrati i rapporti tra i due fratelli e il suo clan. E non solo. Il capoclan, nella sua breve collaborazione con la giustizia (poco dopo ne perderà i benefici) ha il tempo anche per toccare un altro tasto dolente, quella che lui stesso definisce “le amicizie sul Comune dei Trombetta”.

 

Il latitante e il prof factotum

Un interrogatorio che è parte integrante delle indagini che porteranno all’operazione Dynasty (e all’arresto di Trombetta) e poi al maxi sequestro eseguito ieri. Salvatore Belforte nell’interrogatorio del 22 maggio 2015 ricorda che nell’anno 2006 quando il fratello Luigi Trombetta era latitante, i suoi guadagni erano gestiti dal fratello Roberto Trombetta. Nel breve periodo di libertà del boss, agosto 2006, Belforte aveva incontrato 5-6 volte Gino Trombetta che era quasi sempre accompagnato dal fratello Roberto.

 

“Proprio in uno di questi incontri – puntualizza Belforte – ho rimprovato a Gino di essersi arricchito anche a mio scapito mio e del clan, gli chiesi che cosa facesse il fratello Roberto che io sapevo essere un insegnante di scuola, Gino mi rispose che il fratello lo aiutava anche per la difficoltà negli spostamenti che lui aveva esserndo latitante”

 

I contatti tra Municipio e giro di strozzo

 

“Dai discorsi fatti con Gino soprattutto nel 2006 ho potuto comprendere che Roberto Trombetta investiva e gestiva i soldi del fratello, soldi naturalmente guadagnati con l’appartenenza di Gino al clan Belforte, e io stesso ho saputo che Roberto investiva tali soldi nell’attività di usura, cioè vendeva i soldi del fratello a pagamento. Gino non mi hai mai detto che il fratello investisse nell’usura, si è limitato a farmi capire che i soldi li gestiva insieme al fratello, ma io ho potuto verificare di persona i contatti che Roberto Trombetta aveva allacciato con diversi soggetti proprio nello svolgimento dell’attività di usura”. Poi il riferimento ai legami negli uffici di piazza Umberto I: “Gino e il fratello Roberto avevano buone amicizie sul Comune”

 

Un contributo, quello di Salvatore Belforte, che, unito a quello di altri che poi collaboratori di giustizia lo sono ancora, hanno permesso di arrivare al blitz di ieri col sequestro a Marcianise di tre immobili nonché di diversi rapporti finanziari, nella disponibilità della sua famiglia.