Pestaggio choc nei garage: “Sparagli a questo infame”. Agguato tra lotta per lo spaccio e love story indigeste
CASERTA. Un piatto di spaghetti lasciato fumante sul tavolo, un proiettile che passa a pochi centimetri dal corpo e una storia d’amore indigesta a qualcuno. Non siamo in un action movie di Hollywood, ma a Caserta in via Falcone. Siamo nel maggio 2017 ed è qui che si consuma la spaccatura definitiva tra Paolo Cinotti e Maravita al punto da costringere poi il primo ad allontanarsi.
Rapporti sempre più tesi che sfociano in un pestaggio ed in una frase che rimarrà impressa nella testa. “Gli hanno spaccato la testa e gli hanno detto è da parte di quello che sta in galera” si lascia scappare la compagna in un’intercettazione. Il pensiero finisce a Francesco Buonocore, ex marito della donna e padre di suo figlio, ma in realtà è una falsa pista. Un’ipotesi avanzata dallo stesso Cinotti che ha parlato di ruggini ma poi inquadrato diversamente dall’attività della Dda.
Per gli investigatori dietro l’agguato, organizzato da Michele Maravita e culminato con l’esplosione di un colpo di pistola da parte di Agostino Vergone c’è dell’altro, una “spinta autonoma” dello stesso Cinotti, ribattezzato come un “infame” dagli stessi per alcune voci su confidenze fatte da altri alle forze dell’ordine.
I fatti
Il 23 maggio 2017 alle 22.30 un gruppo di persone assaliva Cinotti esplodendo contro di lui un colpo di pistola. Dalle intercettazioni ambientali emerge che Cinotti, mentre era intento a cenare con un piatto di spaghetti, era stato chiamato da un gruppo di ragazzi, che dopo averlo fatto scendere lo hanno selvaggiamente picchiato. Tra questi – secondo la Dda – Agostino Vergone che aveva invitato materialmente Cinotti a scendere e Michele Maravita che doveva parlare proprio con Cinotti.
Cinotti, dopo essere sceso di casa, raggiungeva il gruppo nel garage del parco vicino e veniva assalito. L’uomo mentre si dava alla fuga avrebbe sentito Maravita dare disposizioni affinchè il complice impugnasse la pistola e esplodesse un colpo verso il fuggitivo che però non veniva raggiunto.
La vittima dell’agguato a quel punto viene accompagnato in ospedale dalla convivente. Nell’auto inizia a montare la rabbia e i propositi di vendicarsi: “Questi sono i compagni, questi sono i compagni di Caserta
Agli investigatori racconterà di essere stato colpito con una mazza al volto appena sceso e che i ragazzi del rione hanno permesso a quelli di Valle di Maddaloni. “Il pestaggio subito da Paolo Cinotti era una vendetta del clan perchè ritenuto erroneamente un infame” conclude il gip Emilia Di Palma.