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Ristorazione casertana al collasso, 70% non riaprirà lunedì: “Tempi ridotti e pochi soldi”

 

CASERTA. La riapertura di lunedì non sarà certo una panacea per uno dei settori più colpiti dallo tsunami economico del Coronavirus: su circa 6mila attivita’ di ristorazione in provincia di Caserta, solo il 30% riaprira’ il 27 aprile cosi’ come previsto dall’ultima ordinanza del presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che concede solo il delivery. Tra le attivita’ che si sentono piu’ penalizzate dall’ordinanza, bar e pasticcerie.

 

A svelare questo scenario piuttosto fosco è stato Giuseppe Russo, responsabile Fipe Campania, consigliere Confcommercio Caserta, nonche’ ristoratore che in una intervista all’agenzia Agi ha chiarito cosa succederà in realtà da lunedì nella variegata galassia di ristoranti, pub e pizzerie:  “Dopo piu’ di un mese e mezzo di stop siamo assolutamente contenti di poter riaprire. Ma purtroppo le problematiche sono tante e la gran parte delle attivita’ in provincia di Caserta rinuncera’. Ascoltando i proprietari di bar e pasticcerie, continua, “tutti concordano su un aspetto, l’impossibilita’, a causa dell’orario limitato, di poter preparare i prodotti e poi procedere alle consegne”. Secondo l’ordinanza della Regione Campania, infatti, i bar e le pasticcerie potranno essere aperti dalle 7 alle 14.

 

In molti rinunceranno, invece, per assenza di liquidita’ e altri per i tempi brevi per potersi mettere in regola con le disposizioni sanitarie previste per riaprire. “Mettere in sicurezza i dipendenti e gli utenti – prosegue Russo – e’ soprattutto una nostra priorita’. E’ tutto giusto, ma e’ stata sbagliata la tempistica: 5 giorni sono molto pochi per poter provvedere al recupero di dispositivi di sicurezza per i dipendenti, per le visite mediche, le sanificazioni, la modulistica. Ad oggi ancora non si e’ capito se i dipendenti devono effettuare la visita solo dal medico di base oppure fare un doppio passaggio”.

 

“Non e’ facile organizzare in 5 giorni un’attivita’ che non ha mai fatto delivery. Bisogna preparare il personale, la piattaforma, le risorse. Oltre a coloro che erano organizzati gia’ prima per l’asporto, come pub e pizzerie, penso che al massimo riuscira’ a farlo qualche ristorante di nicchia. Ma siamo su percentuali molto basse” ha spiegato Russo. In pratica riapriranno solo pub e pizzerie che già erano organizzate prima del lockdown sulla modalità asporto.