Santa Maria Capua Vetere. Cento poliziotti a volto coperto e in tenuta antisommossa entrati in un padiglione del carcere di Santa Maria Capua Vetere per pestare i detenuti nelle camere di pernottamento. Poliziotti esterni all’istituto che sarebbero intervenuti. Immagini delle aggressioni riprese da un detenuto uscito pochi giorni dopo dal carcere.
In un’interrogazione rivolta al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede la senatrice del gruppo Misto Paola Nugnes, riportando le testimonianze raccolte dall’associazione Antigone e dal garante campano dei detenuti, ripercorre i fatti che si sono verificati tra il 5 e il 6 aprile nel penitenziario campano. A seguito del primo caso di positivita’ accertato per un detenuto, una protesta e’ scoppiata nella sezione Nilo del carcere Santa Maria Capua Vetere.
“A quanto risulta – si legge nell’interrogazione al Guardasigilli – le proteste erano finalizzate ad ottenere un colloquio in merito alle questioni igienico-sanitarie legate all’emergenza Covid-19, ma sono rientrate nel corso della stessa serata di domenica”. Il giorno successivo, lunedi’ 6 aprile, in carcere e’ arrivata la magistratura di sorveglianza che ha incontrato i detenuti per i colloqui “constatando che gli atti di insubordinazione verificati non hanno assunto i connotati di una vera rivolta”.
Eppure, “appena la magistratura di sorveglianza ha concluso il suo lavoro, si e’ verificata una fortissima rappresaglia da parte della polizia penitenziaria”. Sui fatti indaga la procura di Santa Maria Capua Vetere. “Dai racconti che i detenuti hanno fatto ai loro familiari e che sono balzati sulle cronache – spiega la senatrice – le azioni della polizia si sono svolte nei modi piu’ violenti e in spregio della dignita’ umana: ad alcuni detenuti sono stati tagliati barba e capelli, altri sono stati spogliati e pestati con manganelli, pugni e calci su tutto il corpo. Il racconto di queste torture non sembra fermarsi, perche’ alcuni familiari sostengono che i pestaggi siano continuati nei giorni successivi”. Fatti che si sarebbero verificati in modo analogo anche in altri penitenziari, da Foggia a Viterbo ad Arghilla’. Nugnes chiede a Bonafede di fare chiarezza su quanto accaduto a Santa Maria Capua Vetere, di intervenire perche’ venga “garantita la salute e la sicurezza nelle carceri italiane”, a fronte di provvedimenti governativi “insufficienti a ridurre il sovraffollamento”, una delle azioni per contenere il contagio del coronavirus e rendere possibile il distanziamento sociale.