CASERTA. Falsi attestati per l’attività sportiva dei bambini, che così venivano esposti a rischi, anche gravi, per la propria salute. E’ ciò che è emerso dalle indagini che hanno evidenziato le modalità con cui venivano prodotte ricette e certificati medici falsi per ottenere rimborsi dall’Asl.
I piccoli, così, risultavano idonei all’attività sportiva senza un controllo cardiaco ma solo con un semplice elettrocardiogramma. Le persone arrestate sono complessivamente 14. Per 5, invece, è stata disposta la custodia cautelare in carcere e per altri 9 ai domiciliari. Per tre medici è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l’interdizione della professione medica. In totale gli indagati sono 28.
Secondo quanto emerso dalle indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche, era stato messo in piedi un sistema truffaldino imperniato su 4 laboratori di analisi della provincia di Caserta gestiti da un unico nucleo familiare di San Nicola La Strada. Il sistema consisteva nella redazione da parte di responsabili di laboratorio o loro collaboratori, di ricette mediche, alcune delle quali provenienti da furti di interi ricettari in bianco asportati dall’Asl Napoli 2 e poi intestate a ignari pazienti.
La compravendita di medicinali
E’ emersa anche la commercializzazione illecita verso paesi extraeuropei delle confezioni di farmaci privati delle fustelle. Le fustelle infatti venivano applicate sulle false ricette, con i costi che venivano in maniera fraudolenta addebitati al Servizio Sanitario Nazionale. Quattro i medici di base compiacenti, uno nel frattempo e’ deceduto, che in cambio di denaro e altre utilita’ erano complici dei responsabili dei laboratori. Le ricette venivano presentate poi all’Asl di Caserta per il successivo rimborso a carico del sistema sanitario. Ed e’ qui che intervenivano alcuno dipendenti che dietro somme di denaro o altro stabilito in precedenza, omettevano di addebitare alle medesime societa’ somme che dovevano essere necessariamente stornate dai rimborsi.
Nelle indagini e’ emerso che i dipendenti dell’Asl infedeli applicavano lo stesso metodo non solo nei confronti dei 4 laboratori finiti nel mirino degli inquirenti, ma anche a favore di altre strutture private convenzionate. A tal proposito un dipendente dell’Asl in servizio presso l’ufficio economico finanziario, al fine di ottenere tornaconti economici, si era accordato con Pasquale Piccirillo, titolare anche di un centro odontoiatrico nel Casertano, per eliminare dai rientri una quota del debito complessivo che il centro aveva accumulato nei confronti dell’Asl per prestazioni sanitarie odontoiatriche non convenzionate e dunque non riconosciute dall’Asl.