Aversa/Casaluce. Si stava facendo strada tra le fila del clan Schiavone, dopo esservi entrato giovanissimo, Nicola Picone, il 26enne ucciso con sei colpi di pistola nella notte tra giovedì e venerdì ad Aversa (Caserta). Ucciso con un’esecuzione che sembrerebbe portare la firma della camorra casertana; non è stato finito con un colpo alla testa, ma massacrato da una pioggia di proiettili, come spesso accaduto alle vittime dei clan. Per questo la pista principale seguita dagli inquirenti della Dda di Napoli e dai carabinieri del Reparto Operativo di Caserta è proprio quella della camorra.
Era un elemento molto conosciuto
Picone, noto come “o minorenne”, vista la giovane età in cui ha iniziato a far parte del clan, ultimamente era finito nei guai per stalking, ma in passato era stato arrestato per estorsione con il metodo mafioso, e tra i reati contestatigli c’era anche l’associazione camorristica. E’ probabile che giovedì notte abbia incontrato il suo assassino; non si è trattato però di un agguato, al massimo di un tranello in cui è stato attirato per poi essere ucciso. La situazione è monitorata con attenzione, visti anche i contrasti interni al clan Schiavone, dovuti alla decisione di Nicola Schiavone, primogenito del capoclan Francesco Sandokan Schiavone, di collaborare con la giustizia.
Picone gestiva un autosalone a Teverola di noleggio auto, attività che negli ultimi lo aveva impegnato parecchio. Tra i suoi clienti anche molti che affittavano auto di grossa cilindrata e per cerimonie. Lascia un bimbo di 6 anni.