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Il capuano Mario Giacobone espone i suoi quadri all’Alexanderplatz Jazz Club.

 

 

Capua. Il 25 febbraio 2019 si terrà a Roma presso l’Alexanderplatz Jazz Club l’inaugurazione della mostra personale di Mario Giacobone, autore che già si è evidenziato in regione Campania per i suoi splendidi quadri di musicisti famosi.

 

 

“Se pittura e musica possono coesistere felicemente, in quanto le azioni compositive dell’una possono esser da stimolo alle soluzioni sonore dell’altra, allora è indispensabile riformulare il concetto di arte, poiché, a ragion dovuta, tenderà ad assumere una valenza totalizzante se non pure universale: sia nella pratica che nel concetto. Al riguardo, note e pennellate inizieranno a mescolarsi, fondendosi in un’unica scala cromatica, fatta di toni, armonie, segni e colori. Le fluttuazioni sonore prenderanno quindi forma, assumendo inediti schemi compositivi, la cui matrice potrà essere sia figurativa che informale”.

 

 

Così Luigi Fusco, noto critico d’arte sul pittore capuano. “Sono questi i principi fondanti dello stile di Mario Giacobone, pittore e chitarrista al contempo, i cui quadri sono caratterizzati dalla fortunata e singolare rappresentazione dei più importanti musicisti rock e jazz degli ultimi Cinquant’anni. In Mario, l’arte del dipingere si coniuga in maniera naturale con quella del suonare ed i risultati che, da tempo, ne emergono sono di una straordinaria bellezza emotiva. Per chi è appassionato di musica, soprattutto dei generi suddetti, non potrà far a meno di restar particolarmente sorpreso dall’epifanicita’ dei ritratti realizzati, in quanto sono dedicati ai grandi esponenti della miglior produzione musicale degli anni Sessanta e Settanta; ma, al di là delle impressionanti raffigurazioni, lo spettatore resterà affascinato dalla resa cromatica dell’opera, la cui vivacità è in perfetta armonia con il resto dei moduli compositivi, come se ogni pennellata rispondesse ad una nota collocata su di una partitura immaginifica. Ed è così che il vero ed il bello prendono vita, seguendo un’unica strada: quella dell’arte totalizzante”.