CAPUA. Svolta nell’inchiesta sulla morte di Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù: sono indagati i 5 operai (tutti dipendenti di Rfi) che parteciparono ai lavori di manutenzione della linea ferroviaria poco prima dell’incidente che ha coinvolto il Frecciarossa causando la morte di due macchinisti.
Il procuratore Domenico Chiaro ha iscritto nel registro degli indagati per disastro ferroviario, omcidio e lesioni, tutti reati ipotizzati a titolo colposo, gli operai, compreso il caposquadra, che hanno effettuato i lavori di manutenzione sul tratto in cui il treno e’ deragliato. Fin da subito, le loro posizioni erano sembrate quelle piu’ meritevoli di approfondimento.
Già nella conferenza stampa, gli inquirenti avevano indicato in un “errore umano”, consistito nell’avere lasciato uno scambio ‘aperto’, la possibile genesi dell’incidente. La loro iscrizione è in vista dell’esecuzione di una serie di quelli che il codice definisce accertamenti irripetibili, in particolare sui binari, ai quali, a titolo di garanzia, dovranno partecipare anche avvocati e consulenti degli indagati.
Dai 5 dipendenti di Rfi, intorno alle 4 del mattino, era partito un fonogramma col ‘via libera’ finito alla Direzione territoriale di Bologna, responsabile su quel tratto dell’alta velocita’: “Deviatoio disallineato e confermato in posizione normale come da fono 78/81 fino a nuovo avviso”. I due macchinisti, dopo avere leggono la comunicazione, erano partiti tranquilli per il loro ultimo viaggio. Sentiti dagli inquirenti, i dipendenti di Rfi avevano negato di avere commesso l’errore.
Non si hanno ancora notizie dei funerali di Dicuonzo che saranno celebrati a Pioltello, cittadina alle porte di Milano, dove si era trasferito nel 1982 e viveva con moglie e figlio. A Capua, sua città d’origine e dove vive il fratello Mimmo (dipendente comunale), sarà celebrata una messa in concomitanza con le esequie.