Casal di Principe. La città di Casal di Principe è caduta nelle ultime 48 ore nel vortice della psicosi Coronavirus. Una serie di messaggi incontrollati nelle chat e in particolare nei gruppi WhatsApp segnalava la presenza di un cittadino cinese tra i sospetti contagiati. Una voce priva di fondamento ma che ha assunto, come una slavina, credibilità tra i più suscettibili visto che era stato addirittura identificato l’uomo sottoposto – secondo le fake news – a quarantena. Si trattava di un commerciante cinese, che, a detta delle registrazioni, era rientrato in città da poco dopo aver trascorso il Capodanno in Asia e con un figlio che frequenta una scuola in città.
Il risultato della psicosi collettiva è stato che ieri mattina molti classi di un istituto erano semivuote: molti genitori, paralizzati dalla paura benchè non ci fosse uno straccio di prova a supporto di quelle voci, hanno preferito non mandare i figli a scuola e così ieri è stato costretto a intervenire addirittura il sindaco Renato Natale per fare definitivamente chiarezza.
“Voci incontrollate e destituite di fondamento hanno provocato un pò di allarme, in particolare nell’ambiente scolastico di uno degli istituti della città. Per tranquillizzare tutti vi ricordo che l’Italia è uno dei Paesi al mondo dove il sistema dei controlli sanitari è tra i migliori (dato riconosciuto da tutti i Paesi d’Europa). Pertanto, siate sicuri e tranquilli che qualsiasi possibile pericolo per la salute sarebbe stato immediatamente attenzionato dalle autorità sanitarie attraverso provvedimenti urgenti, allertando la popolazione. TUTTO CIO’ NON E’ AVVENUTO”.
“Il sottoscritto – prosegue Natale – come autorità sanitaria locale, sarebbe stato il primo ad essere avvisato, ma nessuna notizia di contagio e/o di pericolo è mai arrivata al mio ufficio. Purtroppo, capita spesso che in situazioni simili una falsa notizia determini il panico collettivo. Evitiamo di diffondere notizie non accertate, evitiamo di creare allarmismi inutili e continuiamo in tutta tranquillità le nostre quotidiane occupazioni, agli studenti dico: andate a scuola.”