Maddaloni/Casapesenne. E’ ormai alle battute finali il processo che vede alla sbarra don Michele Barone, l’ormai ex parroco del Tempio di Casapesenna, da quasi due anni detenuto in seguito all’inchiesta sui presunti abusi sessuali.
Dopo la richiesta del pubblico ministero nell’ultima udienza ci sono state le arringhe dei legali delle parti civili, tra i quali gli avvocati Rossella Calabritto e Daniele Ferrandino. Sono state sviscerate le storie di molte vittime alcune delle quali hanno rivelato di non essere uscite dal gruppo di preghiera di Barone per paura di punizioni divine: “Molti lo considerando ancora un santo”.
Il pubblico ministero per don Barone per il quale ha invocato ben 22 anni di reclusione. Richieste pesanti anche per i genitori della bimba vittima di abusi che rischiano rispettivamente 8 anni e 3 mesi (il padre) e 7 anni la madre. Chiesti 5 anni per l’allora dirigente del commissariato di Maddaloni Luigi Schettino, accusato di aver fatto pressioni sulla sorella della piccola affinché ritirasse la denuncia contro don Michele Barone.
Barone venne fermato dalla Polizia all’Aeroporto di Napoli Capodichino, insieme ai genitori della minorenne, di ritorno da un viaggio a Cracovia nel febbraio 2018. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, il sacerdote avrebbe ingenerato nelle vittime la convinzione di essere possedute dal demonio, e le avrebbe sottoposto a trattamenti disumani e lesivi della loro dignita’ dopo essersi approfittato della loro fiducia. Nel corso dei quotidiani riti di ‘liberazione e purificazione dell’anima’, le vittime – secondo gli inquirenti – sarebbero state violentemente percosse, ingiuriate, minacciate e costrette a subire atti sessuali e pratiche degradanti.