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Omicidio, polizia intercetta Emilio e lo porta in questura. Ora l’affidamento del bimbo

Gli investigatori hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte D’Assise di Santa Maria Capua Vetere, che il 18 dicembre scorso aveva inflitto a Lavoretano 27 anni di reclusione per il delitto avvenuto a San Tammaro il 20 luglio 2013, senza però emettere contestuale provvedimento di carcerazione. L’ex gommista era quindi rimasto libero, ma a quattro settimane dal verdetto, i giudici ne hanno disposto la carcerazione, ritenendo sussistenti l’esigenze cautelari del pericolo di fuga e di reiterazione del reato. I poliziotti della Squadra Mobile sono andati a prelevarlo nell’abitazione dei genitori, a Curti.

Emilio è stato intercettato in strada e poi fermato mentre era insieme a un’altra persona. E’ stato accompagnato dagli agenti in questura da dove poi è stato trasferito in carcere.

Durante le indagini e il dibattimento, Lavoretano era sempre rimasto libero, e ha tenuto con sé il figlio di sette anni avuto con la Tondi, che al momento dell’omicidio aveva sette mesi; ora il bimbo dovrà essere affidato ai parenti. I genitori di Katia Tondi, assistiti da Gianluca Giordano, annunciano che si batteranno per avere l’affidamento del nipote.

Il primo lancio

Santa Maria Capua Vetere. Nella mattinata odierna, la Polizia di Stato della Questura di Caserta ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa nella stessa mattinata dalla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questa Procura della Repubblica, all’esito della sentenza di condanna, emessa dalla Corte di Assise nei confronti di LAVORETANO Emilio, classe 1982. Il provvedimento rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa e processuale che ha consentito di pervenire all’acquisizione di un quadro probatorio inequivocabile – stando alla ricostruzione della Procura – nei confronti dell’imputato, del quale è stata affermata la personale responsabilità, in ordine al delitto di omicidio pluriaggravato, perpetrato nei confronti della moglie Katia TONDI.

In particolare il LAVORETANO, dopo aver simulato una finta rapina in casa, allertava i soccorsi riferendo di aver trovato la moglie, riversa sul pavimento della medesima abitazione, in un lago di sangue e priva di vita. A seguito delle immediate indagini coordinate da quest’Ufficio ed espletate dalla Squadra Mobile casertana, corroborate da attività tecniche d’intercettazione, escussioni di persone informate sui fatti, servizi di o.c.p. ed altro, e stata ricostruita l’intera vicenda, supportando un impianto accusatorio che ha visto nell’arrestato il responsabile del delitto e condiviso da questa Procura della Repubblica.

Tale quadro indiziario, all’esito di un lungo e articolato dibattimento, ha trovato riscontro nella sentenza di condanna sopra descritta con la quale a stata inflitta la pena della reclusione, pari a 27 anni, l’interdizione legale e la sospensione dall’esercizio della responsabilità genitoriale del condannato per l’intera durata della pena. Dopo l’emissione della condanna, questa Procura della Repubblica ha chiesto l’applicazione di emissione di custodia cautelare ritenendo sussistere il pericolo di fuga e le esigenze probatorie. Ciò a dato luogo all’emissione del provvedimento restrittivo reso esecutivo in data odierna.