Marcianise. A un anno e mezzo dal blitz diventa definitiva la prima condanna del processo scaturito dall’operazione Unrra Casas che svelò gli interessi convergenti di gruppi riconducibili ai Belforte e ai Piccolo e che aveva come fulcro proprio il complesso di edilizia popolare sito tra Capodrise e Marcianise.
E’ diventata esecutiva in queste ore la condanna a 2 anni di reclusione per Francesco Stellato, 26enne marcianisano di via Misericordia, coinvolto nella maxi operazione dei carabinieri. Stellato fu tra i pochi a scegliere il patteggiamento e si beccò due anni di reclusione. Ovviamente, avendo scelto di non sottoporsi al processo e concordando la pena, non ha avuto facoltà di presentare ricorso e quindi il provvedimento è finito direttamente all’ufficio esecuzioni penali. Stellato resta comunque a piede libero: il 26enne, assistito dall’avvocato Nello Sgambato, ha infatti un mese di tempo per chiedere una misura alternativa alla detenzione.
Il giovane finì ai domiciliari dopo il blitz (la sua era una delle posizioni minori) e poi venne liberato. L’indagine, portata avanti dal mese di settembre 2014 al mese di maggio 2015, mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento nonché attraverso intercettazioni telefoniche, ha permesso di contrastare il dilagante fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nei comuni di Marcianise, Capodrise e Maddaloni e di accertare la commissione di plurime cessioni di sostanza stupefacente, operate in regime di monopolio avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e omertà di cui all’art. 416 bis, c.p., nonché al fine di agevolare le organizzazioni camorristiche denominate “Belforte” e “Piccolo-Letizia”.