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Pizzo per i Piccolo, due condanne definitive. Si salva Maietta

Marcianise. Due condanne definitive, il terzo si salva. La Corte di Cassazione ha emesso il suo verdetto per l’inchiesta sulle estorsioni del clan Piccolo che portò nel 2015 a 3 arresti. La Suprema Corte ha annullato con rinvio ad un’altra sezione della Corte di Appello la condanna a 12 anni per Michele Maietta, accogliendo la tesi difensiva del suo legale, l’avvocato Giuseppe Foglia. Confermate e quindi definitive le sentenze a 15 anni per il ras Andrea Letizia (6 anni in riferimento a questo processo) e a 10 anni e 4 mesi (3 anni per il solo procedimento in atto) a Domenico Piccolo: le condanne complessive sono tali poichè in continuazione con altri reati.

 

La partita resta aperta dunque solo per Maietta, che adesso dovrà essere sottoposto ad un nuovo procedimento di secondo grado. A incastrare i due condannati anche le dichiarazioni di Mario Russo, divenuto collaboratore di giustizia. Letizia (assolto per il tentato omicidio Cortese già in primo grado), dopo la scarcerazione nel 2002, aveva assunto la reggenza del clan, anche per la contestuale detenzione dei cugini Achille e Pasquale Piccolo, avviando una strategia criminale piu’ aggressiva per riaffermare l’ egemonia del clan Piccolo, culminata in una serie di atti intimidatori e danneggiamenti di matrice estorsiva, su suo mandato, e tra questi il danneggiamento, con una bomba carta, di un ristorante di Capodrise nel 2009 e di analoghi attentati contro una concessionaria di Casagiove  e un negozio di Marcianise.

 

La Polizia di Stato ha ricostruito numerosi episodi estorsivi di esponenti del clan Piccolo, tra il 2009 ed il 2010, nei confronti di imprenditori e commercianti , sintomo di una decisa ripresa delle attività criminali, a fronte del declino del gruppo camorristico dei Belforte. Ora si attendono i canonici 90 giorni per le motivazioni.

 

Nella foto da sinistra Letizia, Maietta e Piccolo