Sessa Aurunca/Cellole. Militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Roccamonfina (CE), coadiuvati da personale ARPAC del Dipartimento di Caserta, nel corso di un controllo ad un allevamento bufalino, sito in comune di Cellole (CE), alla località “Casamari”, si è accertato che la prevista Comunicazione al Sindaco per l’utilizzazione agronomica agronomica degli effluenti zootecnici era stata presentata al solo comune di Cellole (CE) e non anche al comune di Sessa Aurunca (CE) nel quale ricadono i terreni interessati degli spandimenti.
Il titolare dell’allevamento non è stato altresì in grado di esibire le documentazioni circa le modalità di smaltimento delle acque di lavaggio e di sanificazione della sala mungitura e della sala latte.
All’atto del sopralluogo è risultata che l’unica vasca interrata per il contenimento dei reflui zootecnici era totalmente colma, ed il terreno antistante la stessa, della superficie di circa 1580mq, risultava saturo della frazione liquida delle deiezioni e dell’acqua di lavaggio della sala mungitura e della sala latte.
Inoltre, la maggior parte della frazione liquida delle deiezioni e delle acque di lavaggio della sala mungitura e della sala latte, a causa della pendenza del terreno, si incanalava in un sistema di fossi di raccolta delle acque piovane che delimitavano il perimetro aziendale, per poi immettersi nel fosso di raccolta acque piovane del terreno, tributario a sua volta del canale di bonifica parzialmente cementato cd “orsolone”.
La restante parte della frazione liquida delle deiezioni, frammista alle acque di lavaggio, formava un rivolo che, dopo aver attraversato la strada interpoderale, si disperdeva nel terreno prospicente l’azienda.
In uno dei due paddock aziendali erano, inoltre, presenti ingenti cumuli di letame, per un quantitativo stimato di circa 120 mc, e che parte di essi debordavano anche nel terreno adiacente.
Nell’azienda vi era un’area di nudo terreno, dell’estensione di circa 900 mq, che presentava uno strato di circa 10 cm di liquame e letame.
Per quanto sopra descritto si è proceduto al sequestro penale dell’area aziendale interessata dagli smaltimenti illeciti, avente una estensione di circa 4000 mq, deferendo in stato di libertà il titolare della stessa per i reati di gestione illecita di rifiuti speciali e per effettuazione di utilizzazione agronomica di effluenti di allevamento al di fuori dei casi e delle procedure per essi previste.