Aversa/Parete. Arriva la svolta nell’inchiesta sull’interesse di personaggi vicini al clan dei Casalesi nel business dei farmaci salvavita. La Dda di Napoli ha infatti chiuso le indagini per 10 persone coinvolte nell’inchiesta che sfociò a settembre anche in 5 arresti.
Tra i coinvolti nell’inchiesta figurano Massimo Perrone, Salvatore Calvanico, Vittorio Giarnieri, Emanuele Gatto, Daniela Cotugno, Luigi Moschino, Gianluigi Natale, Domenico Spenuso, Raffaele Palumbo.
L’inchiesta svelò quello che la Dda ritiene essere un “traffico di farmaci salvavita, procurati attraverso ricette rubate in ospedali e studi medici, gestito da elementi legati alla fazione Bidognetti del clan dei Casalesi”.
Alcuni indagati sono accusati di aver compilato le prescrizioni mediche a nome di ignari professionisti accreditati presso il servizio sanitario, per la somministrazione di farmaci di classe “A” (in totale esenzione di ticket) in favore di pazienti inesistenti o ignari.
Secondo la Dda medicinali venivano recuperati e inviati all’estero tramite vettori compiacenti e senza che venissero rispettate le norme sulla corretta conservazione dei prodotti, e con pericolo per la salute delle persone. L’ indagine della DDA è nata come una costola di quella che qualche anno fa smantellò la cosca nata sulle ceneri del clan Bidognetti, la cosiddetta “nuova gerarchia del clan dei casalesi”, la cui operativita’ e’ stata riconosciuta da sentenze giudiziarie. Il clan aveva allargato la propria sfera d’azione impegnandosi in settori quasi mai battuti in modo sistematico, come il traffico di medicinali salvavita, che avrebbe fruttato all’organizzazione, in meno di due anni, guadagni per oltre 600mila euro.
I farmaci, per la maggior parte medicine per curare patologie respiratorie e croniche, venivano fatti confluire poi tutti a Parete, area dove storicamente è attivo il clan Bidognetti. Proprio nella città delle fragole c’era – secondo quanto evidenziato dalle indagini – un box office compiacente.