Maddaloni. Assolta per non aver commesso il fatto. La sentenza di primo grado scaccia l’incubo di Cecilia D’Anna, l’ex assessore alle Politiche Sociali di Maddaloni, coinvolta tre anni fa in un’inchiesta con la compagna e allora sindaco Rosa De Lucia. E’ stata proprio quest’ultima ad annunciare il verdetto dei giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere in un lungo post sul proprio profilo personale.
“Torneremo ad ascoltare Modugno insieme, così chiudevo ogni lettera dal carcere che ti inviavo. COLPEVOLI SOLO DELL’AMORE. Cecilia D’Anna assolta in I grado per NON AVER COMMESSO IL FATTO. Noi due al centro di una pioggia di fango, al centro di una separazione improvvisa e straziante. Attendevo le tue lettere come ossigeno. Guardavo e sentivo la tua forza da lontano. Aspettavo che in quell’ora d’aria arrivasse il solito gabbiano che per me, eri tu. Avevo paura per te, di cosa potesse accaderti, tu così fragile, anche nell’aspetto. Sei diventata roccia, incrollabile e coraggiosa. Fiera nella tua eleganza anche nella più atroce volgarità circostante. C’è voluto coraggio a restare, senza scappare, senza fuggire. Saliva ingoiata e mani strette, sempre le nostre. TUTTO FINITO. CANCELLATO, LIBERE! LA LIBERTA’ CHE ABBIAMO PAGATO. RESTA LA GRAZIA DI ESSERE VERE NON LONTANO DA CIO’ CHE DICIAMO D’ESSERE. A PROPOSITO, CI HANNO FATTO SPOSARE IN OGNI LUOGO E TEMPO, NON CREDI SIA ARRIVATO IL MOMENTO DI FARLO SUL SERIO? Cecilia D’Anna”.
Assistita dall’avvocato Mario Corsiero, finita agli arresti domiciliari per tre mesi, si era sempre dichiarata innocente dall’accusa di aver ricevuto dall’imprenditore Enrico Di Nardi 5 mila euro da destinare a 3 consiglieri comunali perché votassero a favore la delibera di bilancio a Maddaloni. L’inchiesta aveva svelato un presunto giro di corruzione che aveva riguardato le sponsorizzazioni di luminarie e manifestazioni contro la violenza di genere ma anche un viaggio in Costa Azzurra.
Secondo le accuse iniziali ci sarebbe stato un retroscena personale, considerato però di grande rilevanza dagli inquirenti, ovvero il “legame sentimentale” tra le due donne, “in virtù” del quale, scrisse il gip, “la D’Anna sarebbe stata complice del primo cittadino”. Ma questa presunta “complicità” è stata totalmente smentita con la sentenza di questa mattina