Casal di Principe. “Mi chiamo Marco, so di Casale”. Comincia così la telefonata intercettata dagli investigatori e contenuta nell’ordinanza notificata ieri dagli agenti della squadra mobile di Caserta. L’audio è stato pubblicato sul profilo della collega Marilena Natale.
Nella telefonata si parla anche di una “discussione con quelli di Gricignano” e i toni si fanno concitati. Si tratta però solo di uno degli approcci tentati con i titolari di una nota impresa funebre dell’agro aversano. La polizia ha eseguito in carcere a Poggioreale un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale d Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Mario De Luca, (detenuto per altro) cinquantenne di Casal di Principe pluripregiudicato per associazione per delinquere, estorsione ed altro, poiché gravemente indiziato di tentata estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso.
Il provvedimento restrittivo di questa mattina segue a quello emesso lo scorso primo ottobre a carico di Giovanni Improda di Teverola, finito in carcere per lo stesso episodio estorsivo. In particolare, al fine di ottenere “la tassa della tranquillità” , i due hanno dapprima avvicinato i dipendenti dell’azienda delle pompe funebri con atteggiamenti minacciosi ed intimidatori, per ottenere l’incontro con uno dei soci titolari della ditta al quale Improda intimava: “Sappiate che da oggi sulla piazza ci sono io, comando io, e quindi se volete continuare a lavorare con i funerali, dovete darci qualcosa anche a noi”. Le minacce continuavano anche il giorno seguente, questa volta al telefono. Nella circostanza, il De Luca si presentava appunto come “Marco di Casale”, così evocando l’appartenenza al clan dei “casalesi” al fine di rendere maggiormente esplicita la natura della richiesta estorsiva.
LA TELEFONATA (dal profilo di Marilena Natale)
https://www.facebook.com/marilena.natale/videos/10220791044556547/