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La serie dell’anno diventa gioco. Ecco come entrare nella Casa di Carta (per un’ora)

Marcianise. E’ stata senza dubbio la serie di culto di questo 2018 che sta per terminare. Molti fan si sono appassionati e poi immedesimati nei personaggi della “Casa di Carta”, produzione di Netflix, che racconta in due stagioni il colpo del secolo alla Zecca di Stato di Madrid.

 

Berlino, Nairobi, Tokyo, Rio, Oslo, il Professore: da ora ognuno può calarsi nei panni (ovviamente rossi) del proprio beniamino. A Marcianise è attiva infatti in via Ernesto De Curtis una Escape Room che riproduce le dinamiche della rapina: con le dinamiche classiche di questo tipo di giochi (una soluzione finale dopo una serie di rebus) è possibile imitare passo dopo passo ciò che in molti hanno visto sullo schermo. Ovviamente il tutto con l’immancabile tuta rossa e la maschera di Salvador Dalì, due elementi diventati emblema della serie.

 

In poco meno di un mese decine e decine di gruppi hanno provato a misurarsi con le imprese criminali dei personaggi. In attesa della terza serie già in lavorazione, c’è decisamente di cosa accontentarsi per i tantissimi fan casertani e non.

 

La Casa di Carta: la serie che ha stregato il mondo

La Casa di Carta è una serie televisiva spagnola ideata da Álex Pina. Nel 2018 ha vinto l’International Emmy Award come miglior serie tv drammatica.

Otto persone vengono reclutate per una rapinare la zecca nazionale spagnola di Madrid, e stampare 2.400 milioni di euro per poi sparire con l’ingente malloppo. L’ideatore di questa impresa è “Il Professore” che seleziona potenziali banditi che non hanno nulla da perdere.

A ciascun componente della banda viene dato il nome di una città: Tokyo, Mosca, Berlino, Nairobi, Rio, Denver, Helsinki e Oslo. La ragazza soprannominata Tokyo è la voce narrante che commenta le diverse dinamiche della vicenda. Le identità di ognuno devono rimanere segrete ed è proibito instaurare relazioni personali o sentimentali. I protagonisti si nascondono per cinque mesi in una tenuta nelle campagne di Toledo per prepararsi adeguatamente facendo tutte le simulazioni necessarie. Durante lo svolgimento della storia sorgono divergenze tra gli otto rapinatori e il rischio di compromettere l’intera operazione aleggia costantemente.

Con un ingegnoso espediente riescono a entrare nella zecca di stato e, dal momento in cui gli occupanti vengono presi in ostaggio, il capo del gruppo (Berlino) ci tiene a instaurare una certa empatia con ognuno di loro, specificando subito che non intendono fare del male a nessuno. La polizia prende le dovute contromisure e invia sul posto come negoziatrice l’ispettrice Raquel Murillo, una donna con problemi di natura sia personale sia professionale.