Cervino. Il procuratore della Corte d’Assise di Appello di Napoli ha ripercorso con dovizia di particolari i fatti di quella sera del 28 febbraio 2008.
Sin dalla partenza dal Comune per prendere l’aperitivo allo Zanzibar. E da qui si sono perse le tracce di Giovanni Piscitelli. Tante le contraddizioni che sono emerse in questa fase del processo in appello.
Secondo il pm dallo Zanzibar il sindaco è stato portato direttamente sulla località Lebbrosi di Durazzano e ci sono almeno altri tre ignoti da individuare. Uno dei quali ha preso le chiavi della macchina di Giovanni Piscitelli ed è partito via dal vialetto adiacente la sala consiliare, facendo goffamente suonare l’antifurto.
Il magistrato nella sua arringa ha addirittura messo in evidenza la contraddizione sull’invito di quell’aperitivo, il conto lo aveva pagato Acanfora.
Si è parlato anche del sinistro per il quale era stata rottamata la Citroen del capo dell’UTc, come è possibile che c’è questo camion che fa un’inversione e ti distrugge l’auto e tu non fai nemmeno una constatazione e non riporti nemmeno un graffio?
Il pm ha parlato di incidente inesistente, per creare un alibi alla distruzione della macchina. E’ stata ritenuta come più attendibile la testimonianza di Caterina Vigliotti, in stridente contrasto con quanto affermato dagli altri escussi.
Secondo la ricostruzione del magistrato ci si è voluti sbarazzare di questo sindaco, tanto che si è parlato anche di quei lavori alle fogne della ditta riconducibile ad Acanfora che non passarono mai sotto l’egida del primo cittadino, lui non ne sapeva nulla.