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Vetture a pezzi, inchiesta si allarga: 33 indagati. “Delle auto non buttavano via nemmeno la benzina”

Orta di Atella/Parete. Si allarga l’inchiesta sul giro di auto rubate che venivano poi cannibalizzate. Il gruppo, attivo in particolare nell’area Nord di Napoli aveva ramificazioni anche nell’Atellano e in altre zone della provincia di Caserta. In totale le persone indagate sono 33: oltre alle 17 per le quali è stata disposta la misura cautelare, ci sono anche 14 a piede libero.

Il gip ha deciso il carcere per Antonio Emmausso, Francesco Di Rico, Raffaele Stranieri, Antonio Stranieri, Giovanni Rescigno, Giovanni Fisciano, e i domiciliari per Antonio Fisciano, Carmine Santalmone, Christian Fisciano, Fabio Fisciano, Raffaele Sabatino, Salvatore Sabatino, Filippo De Innocentis, Luigi Granata, Luigi Neri, Rosario Neri, Raffaele Lucioli. I destinatari della misura sono di Napoli, Orta, Parete, Casoria, San Giorgio a Cremano, Casalnuovo

Indagati a piede libero Francesco Damasco, Giovanni Palmentieri, Francesco Marrone, Domenico Conte, Giuseppe Conte, Massimo Coppola, Salvatore Coppola, Claudio Colaiacolo, Armando Tricarico, Tobia Strino, Claudio Emmausso, Enzo Bellino, Vincenzo Pugliese, Massimo Gregorio, Umberto Mola, Domenico D’Errico. Gl altrii indagati sono di Napoli, Giugliano, Casavatore, Marano, Qualiano, e Mondragone.

Dalle indagini è emerso che il gruppo porta via anche il carburante dai serbatoi delle auto rubate. La benzina serviva, infatti, per rifornire i mezzi incaricati di spostare i pezzi di ricambio più grandi attraverso un furgone.

L’attività investigativa, svolta da marzo a novembre dello scorso anno, è stata condotta dai carabinieri della Stazione di Grumo Nevano che, nel corso di un controllo a Casandrino  scoprirono, all’interno di un capannone abbandonato, la presenza sospetta di alcuni pezzi di autovetture. In un anno, la banda è riuscita a riciclare almeno 100 auto per un giro di 2 milioni di euro. Le carcasse delle auto venivano smaltite presso un’autodemolizione compiacente.