Marcianise. In data odierna, la Compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise ha posto in esecuzione un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di MARCHESE Pasquale, 52enne casertano, già dipendente della L.E.A. S.r.L. di Marcianise, indagato, in concorso con altri già arrestati, per il reato di inquinamento ambientale con riferimento agli interramenti illeciti di rifiuti effettuati presso il piazzale dell’impianto di stoccaggio della società.
Il provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questo Ufficio Giudiziario, si aggiunge alle altre precedenti misure cautelari già disposte nei confronti dell’amministratore di fatto della L.E.A. S.r.l., EGISTO Angelo e dell’autotrasportatore MARASCO Violante, entrambi arrestati lo scorso 16 settembre in esecuzione di un’ordinanza cautelare da ultimo confermata anche dal Tribunale del Riesame.
Anche il provvedimento odierno si fonda su un compendio gravemente indiziario a carico del MARCHESE, ex dipendente della L.E.A. S.r.l., con mansioni di operatore di macchine da movimento terra, sulla base del quale lo stesso è accusato di aver materialmente eseguito i lavori di rifacimento della pavimentazione dell’impianto di recupero rifiuti gestito dalla L.E.A. S.r.l. durante i quali avrebbe sotterrato, su indicazione del datore di lavoro, materiale di varia tipologia e pericolosità. Le indagini, infatti, hanno permesso di accertare come MARCHESE Pasquale, talvolta nottetempo, approfittando dell’assenza degli altri dipendenti e della chiusura dei cancelli, si adoperava per interrare i rifiuti presenti nel sito di stoccaggio in una buca di oltre 5 metri di profondità scavata nel piazzale antistante il capannone.
Il materiale interrato è stato poi rinvenuto anche attraverso diversi “carotaggi” eseguiti da un consulente tecnico nominato dalla Procura, che hanno consentito di accertare la presenza nel terreno di scarti derivanti da costruzioni e demolizioni oltre che di rifiuti urbani non differenziati. Tali condotte hanno compromesso il sottosuolo con particolare riferimento a valori anomali di antimonio, elemento chimico estremamente pericoloso per la salute dell’uomo e potenzialmente cancerogeno.