Caserta. Tutto quello che volete sapere sul pezzotto e non avete mai osato chiedere. Questa sera il programma “Le Iene”, che già un anno fa mandò in onda un servizio molto approfondito sul tema, trasmetterà nella prima puntata della nuova stagione un’intervista realizzata da Alessandro Di Sarno.
Parlerà un giovane arrestato per aver venduto il pezzotto con abbonamenti da trimestrali ad annuali, sempre a 10 euro al mese. Ha guadagnato tanto, fino a 40mila euro al mese, ha pagato col carcere ed ora, in attesa di giudizio definitivo, davanti alle telecamere è pronto a vuotare il sacco.
“Tra il pezzotto e la camorra c’è un forte legame. Chi se lo fa installare a casa deve aver paura: alimenta la malavita” ha dichiarato l’ex admin che gestiva circa 350 pannelli, i cosiddetti reseller, che a loro volta possono servire fino a mille persone.
Ecco alcune dichiarazioni evidenziate dal sito de “Le Iene” e che saranno trasmesse stasera dalle 21.25: “Il mondo della Iptv pirata sta diventando molto pericoloso” ha dichiarato raccontando quando da idraulico licenziato decise di entrare nel giro.
“A casa avevo già il pezzotto e chiesi a chi me lo installò di far parte del giro. Mi disse: più amici mi porti e più ti faccio guadagnare. Chiunque potrebbe imparare a installare un abbonamento pezzotto nella smart tv o nel decoder.Mi cercavo i clienti sui forum, poi ci scambiavamo i contatti e via Skype ci trasmettevamo i codici delle loro Postepay”.
Le spese e i guadagni
“Davo 2.000 euro a server, per un totale di 10.000 euro al mese. Mi hanno scritto più volte per dirmi che dovevo smettere per violazione copyright. Io ho risposto che era un errore e che avrei provveduto a cancellarlo, ma io continuavo. E infatti non mi hanno mai chiuso il server”.
Tutto svanisce dopo un blitz della Finanza che sequestra cellulari e computer e capisce che lui è a capo di quel vasto giro grazie ai movimenti sulle carte postepay. Ora rischia 3 anni di carcere per associazione a delinquere e violazione del copyright.
Perchè il pezzotto continua a funzionare
“Il software Extreme che gestisce i pannelli Iptv rilascia sempre nuove versioni aggiornate. Queste ultime sono state bloccate dalla Finanza, così alcuni sono riusciti a craccare le vecchie versioni e si sono appoggiati su quelle per rimettere i flussi Sky, senza nemmeno bisogno di cambiare la stringa” ha spiegato la “gola profonda”.
La mossa di Sky
“Sky ha solo una soluzione possibile per contrastare i flussi pirata: chiudere i dns, cioè i software che servono per mascherare gli indirizzi Ip dei server, e che vengono tranquillamente acquistati online. Anche se l’Iptv con 10 euro è un servizio imparagonabile rispetto a Sky, anche perché il servizio offerto è maggiore. Anche abbassare il costo del pacchetto potrebbe essere una soluzione per contrastare i flussi pirata”
IL VIDEO (attendi 20 secondi per il caricamento)
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