Afragola. I veleni del passato sotto la modernità. Gli spettri dell’ecomafia sul futuro. Ci sarebbero ben 53 discariche di rifiuti, alcuni dei quali potenzialmente tossici, sotto l’area della stazione Tav di Afragola. A far emergere questi dati è Vito Felice Uricchio, direttore facente funzioni dell’Istituto di Ricerca sulle Acque, un ente del Cnr, intervenendo al Forum Internazionale sull’Economia dei Rifiuti del consorzio Polieco, a Lacco Ameno sulle tecniche di “change detection” per la rilevazione dei rifiuti plastici.
Nell’intervento – riportato da “Il Mattino” – si ipotizzano sversamenti illeciti avvenuti per circa 20 anni nell’area che sorge a un chilometro dal centro storico di Afragola e nelle immediate vicinanze di diversi comuni dell’hinterland, su tutti Acerra e Casalnuovo, ed ovviamente su tutto ciò si addensa lo spettro dell’ecomafia.
Proprio la tecnica denominata “change detection” avrebbe consentito di verificare la presenza di scavi e interramenti di rifiuti nel corso degli anni attraverso le modificazioni sia naturali che per mano dell’uomo. Il dossier è già finito alla Procura di Napoli Nord competente per territorio che dovrà ora andare in fondo su una vicenda che getta un’ombra pesante su una eccellenza del territorio, inaugurata appena due anni fa.