Castel Volturno. Sequestrato il cantiere per l’ampliamento della clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Irregolarità sono state riscontrate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che questa mattina all’alba ha inviato 20 carabinieri per eseguire un sopralluogo e disporre il sequestro dell’area che è ancora in fase di costruzione.
Sul posto si è recato anche il titolare della clinica, Vincenzo Schiavone, noto per aver denunciato il clan dei Casalesi negli anni scorsi. L’area sequestrata riguarda la nuova ala dell’ospedale di Castel Volturno nella quale si stanno effettuando lavori di ampliamento che, questa mattina, sono stati interrotti dai Carabinieri per consentire il sopralluogo. La clinica Pineta Grande continua ad essere normalmente operativa.
La nota della Procura
Castel Volturno. In data odiema, il Nucleo Investigativo Carabinieri di Caserta, unitamente agli uomini del Reparto Territoriale di Mondragone, ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in data 16.09.2019, che riguarda le opere di ampliamento, in corso di realizzazione, presso la struttura sanitaria Pineta Grande di Castel Voltumo (operante nella Provincia di Caserta in regime di accreditamento istituzionale), oggetto di autorizzazione amministrativa con delibere del Consiglio Comunale di Castel Volturno n. 30/2014 e n. 12/2015 e con i permessi di costruire n. 40/2017 e n. 83/2018 rilasciati dall’UTC del Comune di Castel Volturno.
Il Giudice per le indagini preliminari ha condiviso 1l’mpianto accusatorio che ha ipotizzato, allo stato della richiesta cautelare reale, i reati di cui agli artt. 44 del DPR 380/01, 734 c.p. e art. 181 D.1gs 42/2004. Tale richiesta cautelare é stata avanzata all’esito di una complessa e articolata attività investigativa, avviata nei mesi di febbraio/marzo del 2018, consistita: nell’acquisizione di documentazione presso pubblici uffici, nello svolgimento di attività di intercettazione telefonica e ambientale, nell’audizione di persone informate sui fatti, nell’interrogatorio di coindagati, nello svolgimento di complesse attività peritali nella materia urbanistica/paesaggistica/ambientale e nella materia della programmazione sanitaria, dell’accreditamento istituzionale ex d.1gs 229/1999, e nella materia delle autorizzazioni alla realizzazione di strutture sanitarie e socio sanitarie.
Le indagini sono state avviate nel febbraio/marzo del 2018, a seguito della richiesta di accesso da parte di altra struttura sanitaria (operante nella Provincia di Caserta) agli atti del procedimento amministrativo conclusosi con il rilascio da parte dell’UTC di Castel Voltumo del P. di 40/2017, accolta dal TAR Campania, in cui si ponevano in evidenza alcune irregolarità in relazione al rilascio di tale autorizzazione edilizia/urbanistica.
Le complesse risultanze probatorie, investigative, hanno fatto emergere come l’ampliamento, in corso di realizzazione, della Casa di Cura Pineta Grande, autorizzato con delibere del Consiglio Comunale e successivi permessi di costruire si ponga in palese violazione della normativa riguardante la realizzazione o ampliamento di strutture sanitarie di cui a1 D.lgs 229/1999 e della regolamentazione regionale di cut alla Delibera di Giunta Regionale Carnpania n. 7301/01 della normativa edilizia/urbanistica.
E’ risultata violata la normativa in tema di realizzazione e/o ampliamento, inteso anche come aumento di posti letto/degenza o di funzioni/servizi sanitari, di struttura sanitarie o socio sanitarie.
II Consiglio comunale di Castel Voltumo autorizzava l’ampliamento volumetrico della struttura, e quindi il passaggio da 150 posti letto a 574 posti, sebbene mancasse la verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario regionale e con le esigenza di localizzazione territoriale ex art. 8 ter D.1gs 229/1999 e, nel 2015, sul presupposto che Pineta Grande fosse inquadrabile come DEA di I livello sulla base di una programmazione regionale del fabbisogno sanitario del tutto giuridicamente inesistente.
L’art 8 ter D.1gs 229/1999 e la DGR Campania 7301/2001 prevedono che la realizzazione o l’ampliamento di strutture sanitarie o socio sanitarie, ove richiedano interventi edilizi, possa avvenire solo in caso di esito positivo della verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario regionale e con le esigenze di localizzazione territoriale e che le due autorizzazioni edilizia e alla realizzazione ex art. 8 ter d.1gs 229/99 siano rilasciate contestualmente.
Le due delibere di ampliamento (2014 e 2015) adottate dal Consiglio Comunale si pongano altresì in contrasto con la normativa edilizia/urbanistica, in particolare con il disposto di cui all’art. 9 della DPR 380/2001 e con le disposizioni regionali Campania legge n. 16/2004 e successive modifiche e disposizioni regolamentari, norme che vietano nei Comuni privi di strumentazione urbanistica, rrel perimetro urbano, nuove costruzioni o ampliamenti di costruzione già esistenti.
Per superare tali problematiche e quelle inerenti l’accordo di programma 2003, con cui Pineta Grande veniva autorizzata ad un primo ampliamento, solo in parte attuato negli anni 2006-2008 e tra altro in difformità degli elaborati progettuali licenziati in sede di conferenza di servizi e accordo di programma, i vari attori della complessa vicenda ricorrevano in modo improprio alla legge sulla espropriazione per pubblica utilità e alla normativa sulle opere pubbliche, sebbene non avessero esigenza di vincolo preordinato all’esproprio e di espropriare aree/terreni di proprietà di soggetti diversi da quello attuatore o realizzatore dell’intervento.
Tale ricorso é servito a poter superare illegittimamente i limiti derivanti dal disposto degli artt. 7 e 9 del DPR 380/2001, vale a dire i limiti salvaguardia (che servono ad evitare la consumazione del territorio in assenza di pianificazione generale), che si applicano ai comuni sprovvisti di strumento urbanistico che vietano in quei comuni nuove cotruzioni o ampliamenti volumetrici. L’accordo di programma stipulato nel 2003 tra Regione, Provincia di Caserta, Comune di Castel Volturno, Villa Literno, con l’adesione di Consorzio Rinascita e Fontana Blu, prevedeva anche la realizzazione del centro di eccellenza sanitario per altre specialità, l’ospedale domiziano, il tutto subordinato alla verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario a livello regionale e alla preventiva sottoposizione alla Valutazione Ambientale Strategica. L’accordo di programma prevedeva la realizzazione di tale centro in un’altra zona di Castel Volturno, non soggetto a vincolo paesaggistico.
Le deliberazioni del consiglio consentivano a Pineta Grande di realizzare l’ampliamento con un aumento da 150 a 574 posti, sebbene mancasse la verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario. In questa fase sono emerse quella che la Procura ritiene essere “macroscopiche illegittimità”. In particolare nell’epoca successiva all’adozione di tali deliberazioni assunzioni presso la Pineta Grande di parenti di consiglieri comunali e funzionari comunali che sono intervenuti nelle vicende dell’ampliamento direttamente o indirettamente. E’ emerso come un ex sindaco di Castel Volturno avesse contatti diretti con Pineta Grande, mettendosi a disposizione e arrivando a fornire in maniera clandestina atti che riguardavano le iniziative che intraprendeva altra casa di cura per le autorizzazioni concesse a Pineta Grande nella vicende dall’ampliamento.
La difesa dei vertici della clinica
“Questa mattina, poco dopo l’alba, ci è stato notificato un provvedimento di sequestro per i lavori di ampliamento del Pineta Grande Hospital. Le ipotesi di reato riguardano violazioni urbanistiche riguardanti le autorizzazioni tutte, peraltro, comunicate prima dell’inizio dei lavori, alle autorità. Sono sereno e fiducioso nell’opera della magistratura con la quale ho sempre collaborato in passato e continuerò a farlo nel presente. Forniremo tutti i chiarimenti necessari per dimostrare l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria. Resta il profondo rammarico per il blocco di un’opera di pubblica utilità, un Presidio Ospedaliero quale il Pineta Grande Hospital, da sempre al servizio dei cittadini della Campania, di quelli provenienti da fuori regione e di migliaia di extracomunitari. Il sequestro danneggia finanziariamente noi, le maestranze, i 1200 dipendenti del gruppo di cui fa parte la struttura, ma rischia di penalizzare ancora di più un territorio privo di servizi, anche quelli essenziali”. Lo dichiara Vincenzo Schiavone, rappresentante legale Pineta Grande SpA in merito all’inchiesta di oggi.
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