Capodrise/Marcianise. Da 12 anni e 8 mesi del primo grado all’assoluzione completa. Ribaltone in Cassazione per l’imprenditore di Capodrise Angelo Pontillo, socio dei Minutolo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La Suprema Corte ha accolto la tesi sostenuta dal difensore di Pontillo, l’avvocato Pasquale Acconcia, annullando la condanna a 5 anni e mezzo di reclusione fissata dalla Corte di Appello di Napoli e che già dimezzava il precedente responso.
Un successo per la difesa, anche alla luce delle condanne già passate in giudicato per gli altri imprenditori indagati. Pontillo, che aveva ottenuto già dopo la prima sentenza, la revoca degli arresti domiciliari, resta dunque libero. Ora si attenderanno i canonici 90 giorni per le motivazioni.
Pontillo, classe 1961, è finito sotto processo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, insieme ai Minutolo, nell’ambito di un’inchiesta sul clan Belforte e sugli affari intrattenuti da alcuni imprenditori della provincia di Caserta. Pontillo, al contrario dei Minutolo, scelse il rito ordinario.
Le indagini furono suffragate da attività tecniche e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali Antonio Gerardi, Domenico Cuccaro, Michele Froncillo, Pasquale Aveta eBruno Buttone, i quali, o per essere stati protagonisti diretti delle vicende delittuose in questione o per avere ricoperto ruoli apicali o comunque di assoluto rilievo all’interno del clan Belforte, svelarono le connivenze tra alcuni imprenditori del settore della produzione e della commercializzazione di calcestruzzo ed il clan dei Mazzacane.
Secondo l’accusa mascherare contabilmente il pagamento delle tangenti, gli stessi fornitori di calcestruzzo provvedevano ad emettere fatture per operazioni inesistenti in favore delle ditte delle vittime, ‘gonfiando’ i costi rispetto alle effettive forniture di calcestruzzo, per consentire la creazione di ‘fondi neri’ destinati al pagamento delle estorsioni.