
NAZIONALE – Il 2026 si aprirà con un aumento dei pedaggi autostradali su gran parte della rete nazionale. Dal 1° gennaio scatterà infatti l’adeguamento tariffario legato all’inflazione programmata, fissato all’1,5%, una decisione che arriva dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale e le determinazioni dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART).
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha chiarito che il tentativo del Governo di congelare le tariffe è stato definitivamente superato dalla sentenza della Consulta. Secondo la Corte, i ripetuti rinvii agli adeguamenti tariffari decisi negli anni passati violavano principi fondamentali della Costituzione, tra cui la libertà di impresa e il buon andamento della pubblica amministrazione.
Di conseguenza, dal 2026 il MIT non potrà più intervenire per bloccare gli aumenti: l’adeguamento automatico all’inflazione diventa obbligatorio per tutte le concessionarie coinvolte nei procedimenti di aggiornamento dei Piani Economico-Finanziari (PEF).
L’aumento medio previsto è pari all’1,5%, ma non tutte le tratte subiranno lo stesso trattamento. Particolare attenzione è rivolta alla Tangenziale di Napoli, dove il pedaggio per le automobili è bloccato a 1 euro dal 2017. Gli aumenti degli ultimi anni non sono mai stati applicati perché gli adeguamenti risultavano inferiori ai 5 centesimi, soglia minima per l’arrotondamento tariffario.
Dal 1° gennaio 2026, però, il pedaggio potrebbe salire a 1,05 euro, anche se la conferma ufficiale è attesa dal Ministero dei Trasporti nelle prossime ore.
L’eventuale passaggio da 1 euro a 1,05 euro non è solo una questione economica. A preoccupare è soprattutto il rischio di rallentamenti ai caselli, dovuti alla gestione del resto e al cambio di monete. Proprio per questo motivo, la Tangenziale di Napoli si è già rifornita di monete da 5 centesimi, per cercare di limitare i disagi e mantenere fluidi i transiti.

