
CASAL DI PRINCIPE. È diventata definitiva la condanna nei confronti di Salvatore Ammutinato, 53 anni, originario di Casal di Principe, figura di rilievo del clan dei Casalesi – fazione Schiavone – già in passato irreperibile. La settima sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Andrea Gentili, ha infatti rigettato il ricorso presentato dalla difesa, confermando quanto stabilito nei precedenti gradi di giudizio.
I giudici di legittimità hanno avallato la decisione della Corte di Appello di Napoli, che a sua volta aveva confermato la sentenza emessa dal Tribunale partenopeo. Ammutinato era stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione per aver fornito dichiarazioni non veritiere al fine di ottenere il reddito di cittadinanza. In particolare, aveva omesso di comunicare all’INPS di essere destinatario di una condanna definitiva a dieci anni di carcere per associazione mafiosa, legata alla sua appartenenza al clan dei Casalesi.
La precedente sentenza d’Appello riguardava anche due episodi estorsivi e la fittizia intestazione a terzi delle quote di una società attiva nel commercio di carni, operazioni compiute – secondo i giudici – con l’aggravante di favorire il gruppo criminale di riferimento e utilizzando modalità tipicamente camorristiche.
I fatti per i quali è stata emessa la condanna definitiva risalgono a un arco temporale compreso tra il 1994 e il 2000. L’ordine di carcerazione venne eseguito nel 2011, periodo in cui Ammutinato risultava latitante.
Nel ricorso in Cassazione, la difesa aveva contestato presunti vizi di legge e carenze nella motivazione. Tuttavia, la Suprema Corte ha ritenuto le doglianze infondate, sottolineando come l’imputato fosse pienamente consapevole di violare l’obbligo di dichiarare il vero, dimostrando un atteggiamento di totale indifferenza verso il rispetto delle norme.
Con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, Ammutinato è stato inoltre condannato al pagamento di 3mila euro in favore della Cassa delle ammende

