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Gioielliere minacciato dal clan per Rolex, 6 in carcere: trovati soldi e botti dopo perquisizioni

PIGNATARO MAGGIORE/CAPUA. Un lungo arco temporale di pressioni, minacce e richieste estorsive, culminato in un’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. È questo il quadro che emerge dall’indagine condotta dai carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Capua, che lo scorso 19 dicembre hanno eseguito un decreto di fermo nei confronti di sei persone, ritenute gravemente indiziate di estorsione tentata e consumata aggravata dal metodo mafioso.

I provvedimenti sono scattati tra Pignataro Maggiore, Napoli e Luisago, in provincia di Como. I fermati sono Giovanni Di Gaetano, detto “Gianni ’o Napulitano”, 65 anni, con precedenti condanne per mafia; Luigi Messuri, 54 anni; Pasquale Veltre, 60 anni, tutti residenti a Pastorano; Michele Del Core, 40 anni, originario di Capua ma residente a Napoli; Graziano Insidioso, 59 anni, originario di Pastorano e fermato nel Comasco; e Lorenzo Lubrano, 41 anni, di Pignataro Maggiore, figlio di Raffaele Lubrano, esponente dell’omonimo gruppo criminale ucciso in un agguato di camorra nel 2002.

Secondo gli inquirenti, gli indagati sarebbero esponenti del sodalizio camorristico denominato Ligato-Lubrano, attivo nell’area dell’alto e medio Casertano. L’indagine ha consentito di ricostruire una serie di estorsioni ai danni di un gioielliere della zona che, tra il 2008 e il 2023, avrebbe consegnato oggetti preziosi per un valore complessivo stimato in circa 70mila euro.

Le investigazioni hanno inoltre documentato che tra gennaio e dicembre 2025 sarebbe stato tentato un nuovo episodio estorsivo, con richieste di gioielli e di un orologio Rolex del valore di circa 30mila euro. Di fronte al rifiuto della vittima, sarebbe emersa l’intenzione di mettere in atto una ritorsione violenta prima delle festività natalizie per costringerlo a versare ulteriori 50mila euro.

Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati 6.600 euro in contanti, circa 17 chilogrammi di polvere da sparo, un pugnale e un tirapugni. Cinque indagati sono stati trasferiti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, il sesto in quello di Como. I giudici hanno convalidato i fermi e disposto per tutti la custodia cautelare in carcere, precisando che si tratta di misure adottate nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati sono da considerarsi presunti innocenti.

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