
San Cipriano d’Aversa. Un’autoscuola utilizzata come copertura, senza che il titolare ne sapesse nulla, per la produzione di patenti di guida e permessi di soggiorno contraffatti. È da questa scoperta che ha preso forma l’inchiesta dei carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, sfociata in un processo che vede imputate dieci persone e che ha portato alla luce un giro d’affari stimato in circa 250mila euro.
A dare l’allarme fu lo stesso titolare dell’autoscuola, contattato dalla Motorizzazione Civile per chiarimenti su una pratica sospetta intestata a un cittadino di origine indiana. Dopo aver esaminato la documentazione, l’uomo si accorse che il nome e i timbri della sua attività erano stati riprodotti e utilizzati fraudolentemente, decidendo di sporgere denuncia.
Le indagini successive hanno permesso di ricostruire un’organizzazione articolata e ben collaudata, specializzata nella falsificazione e nella vendita di documenti destinati a cittadini stranieri. In aula, nel corso dell’udienza, il maresciallo dei carabinieri che ha coordinato l’inchiesta ha illustrato i passaggi principali dell’attività investigativa, delineando i ruoli dei singoli indagati.
Secondo l’accusa, il presunto promotore del sistema sarebbe Pietro Di Dona, 51 anni, di San Cipriano d’Aversa, mentre Giuseppe Ciervo, 53 anni di Napoli, avrebbe svolto il ruolo di falsario materiale. Coinvolti anche Carmine Riccardo, Vincenza Di Dona, Raffaele Salerno, Franca Lanza, Nabil El Hazmi, Collins Sunday, Lucky Ediale e Mamadou Doumbia. Ognuno avrebbe contribuito con mansioni specifiche: dalla raccolta delle richieste alla gestione dei pagamenti, fino alla realizzazione dei documenti contraffatti.
Le patenti e i permessi di soggiorno venivano venduti a prezzi variabili tra i mille e i duemila euro. La base operativa dell’organizzazione era situata nell’agro aversano, ma la rete avrebbe attirato anche clienti provenienti da altre regioni, in particolare dal Veneto.
Nel corso delle operazioni sono state sequestrate oltre 60 patenti false, oltre a numerosi certificati di residenza irregolari. Sono circa 200 i permessi di soggiorno finiti sotto la lente degli investigatori, molti dei quali già sospesi o revocati. Diverse persone sono state denunciate a piede libero. Il processo proseguirà a fine gennaio con il controesame dei testimoni.

