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Attentato Ranucci, si sgonfia il caso Battaglia Navale: nessun collegamento con la società

Di 21 Novembre 2025Novembre 28th, 2025Agro Aversano e Litorale, Cronaca

Dopo la pubblicazione di alcune ricostruzioni giornalistiche che avevano accostato — in modo improprio e senza fondamento — la società Arkipiù S.r.l. alle indagini sull’esplosione dell’ordigno sotto l’abitazione del giornalista Sigfrido Ranucci e alle dinamiche legate al servizio di Report “Battaglia Navale”, la stessa azienda campana interviene con fermezza, chiedendo la rettifica delle informazioni diffuse.

Secondo Arkipiù, infatti, nessun elemento reale collegherebbe la società, il suo amministratore Giuseppe D’Onofrio o le sue attività a contesti criminali, ai clan camorristici o alle vicende relative ai Cantieri Navali Vittoria.
Le ricostruzioni apparse su alcune testate — sostiene l’azienda attraverso il proprio legale — risultano “false, diffamatorie e prive di qualsiasi riscontro documentale”, poiché basate su accostamenti arbitrari tra il servizio televisivo e la lettera anonima trapelata dalla Procura di Roma.

Il nodo Scalzone e i rapporti societari

Il servizio di Report aveva citato Arkipiù in relazione alla presenza, in passato, del sig. Sergio Scalzone quale socio di minoranza.
La società precisa che Scalzone:

  • non ha mai ricoperto ruoli gestionali;

  • non ha mai avuto deleghe operative;

  • non ha mai inciso sulle scelte aziendali;

  • è stato socio solo in una fase precedente, senza alcun coinvolgimento dell’attuale amministratore.

Arkipiù ribadisce che non esiste alcuna indagine, né diretta né indiretta, che coinvolga la società o il suo legale rappresentante in rapporti con ambienti criminali.

I rapporti con Ret.Het e l’acquisto dei Cantieri Vittoria

La società smentisce categoricamente anche qualsiasi collegamento con l’acquisto dei Cantieri Vittoria da parte di Cavazzana.
I pagamenti effettuati da Arkipiù — chiarisce la nota — riguardano esclusivamente rapporti contrattuali con Ret.Het, documentati da fatture e bonifici regolari, senza alcuna relazione con le operazioni personali di Cavazzana.

L’azienda sottolinea che non era nemmeno a conoscenza dell’operazione di acquisizione dei Cantieri Vittoria e che non ha finanziato né sostenuto in alcun modo tale processo.

Nessun legame con l’attentato a Ranucci

La ricostruzione che accostava la società all’episodio esplosivo avvenuto a Roma viene definita “follia pura” dal legale della società:
Arkipiù denuncia come arbitrario e destituito di fondamento qualunque collegamento tra la lettera anonima, la pista dei clan e la propria attività.

La società ha già depositato querela contro il servizio di Report e contro chiunque abbia diffuso o ripreso ricostruzioni ritenute lesive.

IL COMUNICATO DELL’AZIENDA

“Con il presente comunicato la società Arkipiù, il suo Amministratore ed i suoi dipendenti
vogliono smentire, nella maniera più categorica possibile, ogni e qualsivoglia possibile coinvolgimento
della Arkipiù nelle vicende a cui è stata, a vario titolo, associata a partire dal servizio di Report,
trasmesso nella puntata del 16 novembre, dedicato all’inchiesta sul Cantiere Navale Vittoria, fino agli
articoli giornalistici usciti su diverse testate locali e nazionali fra il 23 ed il 24 novembre.

In particolare, nel corso del servizio di Report, in cui era contenuta una intervista all’ex
amministratore del Cantieri Vittoria, viene citata la nostra società Arkipiù in modo del tutto
improprio, suggerendo un presunto coinvolgimento della stessa in attività illecite e un supposto
finanziamento a favore del sig. Roberto Cavazzana.

Successivamente, si è addirittura fatto un collegamento fra quanto era stato affermato nel
servizio di Report e l’attentato subito dal dott. Ranucci, con l’emersione di una lettera anonima che
avvalorerebbe la pista investigativa della camorra.

Tali affermazioni sono totalmente false, diffamatorie, denigratorie, prive di fondamento e lesive
dell’immagine aziendale.

Arkipiù ribadisce con fermezza di non avere alcun legame né con le attività descritte nel
servizio, né di essere mai stata a conoscenza di operazioni irregolari di qualsiasi natura, né, a maggior
ragione, di essere in alcun modo mai stata collegata a fatti e/o persone collegati alla criminalità.

Le attività svolte negli anni da Arkipiù sono sempre state del tutto legittime e legali, ed
ampiamente trasparenti e documentate.

Arkipiù denuncia di essere stata vittima di un’ingiusta campagna di diffamazione e
disinformazione, con il proprio nome associato illegittimamente ad attività illegali totalmente estranee
alla società, nonché ribadisce l’inaccettabile correlazione insinuata tra la stessa e presunti ambienti
criminali.

Si reitera: l’azienda non ha alcun collegamento con clan o contesti di criminalità organizzata e
chiunque afferma, o solo insinua il contrario dice il falso ed è in malafede.”

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