
MADDALONI/CASAGIOVE/AVERSA. Si è tenuta questa mattina, al Tribunale di Salerno, la terza udienza preliminare legata all’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, assassinato la sera del 5 settembre di quindici anni fa. A quasi un decennio e mezzo dal delitto, la procura continua a chiedere il processo per gli indagati principali.
Il pubblico ministero Elena Guarino ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per cinque persone: si tratta dell’ufficiale dei Carabinieri Fabio Cagnazzo, originario di Aversa, dell’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, di Casagiove (coniugato con la maddalonese D’Albenzio), dell’imprenditore scafatese Giuseppe Cipriano e dell’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso, tutti accusati – a vario titolo – di concorso nell’omicidio con l’aggravante del metodo mafioso. A loro si aggiunge Giovanni Cafiero, imputato per traffico di sostanze stupefacenti.
Cagnazzo e Cioffi, all’epoca dei fatti, prestavano servizio al Reparto Territoriale dei Carabinieri di Castello di Cisterna, un dettaglio tornato più volte al centro dell’attenzione investigativa.
Il giudice per l’udienza preliminare, Giovanni Rossi, dopo aver ascoltato il pm e le parti civili, ha fissato il prossimo passaggio processuale al 12 dicembre, data in cui potrebbero arrivare decisioni decisive sull’eventuale rinvio a giudizio.
All’esterno del tribunale, intanto, si è svolta una manifestazione silenziosa. Amici, colleghi e sostenitori di Cagnazzo hanno esposto uno striscione con la scritta: «Verità e giustizia anche per Fabio Cagnazzo», affiancato al richiamo alla memoria di Vassallo. Molti indossavano magliette dedicate e hanno scelto un presidio pacifico, senza slogan né interventi al microfono, per ribadire la richiesta di chiarezza su tutta la vicenda.
Un momento carico di tensione civile che conferma quanto il caso Vassallo, nonostante gli anni trascorsi, continui a essere una ferita ancora aperta per il Cilento e per l’intera comunità campana.

