CASAPESENNA. Si conclude in maniera definitiva una vicenda giudiziaria lunga e complessa che ha riguardato uno degli ex collaboratori più vicini a Michele Zagaria. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze contro la decisione con cui la Corte d’Appello di Napoli aveva riconosciuto a Oreste Basco, 55 anni, un indennizzo per ingiusta detenzione pari a 237.706,56 euro.
Basco era stato in passato indicato come autista di Zagaria, uno dei capi storici del clan dei casalesi, oggi detenuto in regime di 41 bis. L’uomo aveva trascorso un periodo in carcere nell’ambito di un procedimento penale, conclusosi poi con l’assoluzione e il riconoscimento dell’assenza di elementi che giustificassero la misura restrittiva adottata nei suoi confronti.
Il Ministero aveva contestato l’indennizzo sostenendo che Basco, pur sostenendo di essersi allontanato dal clan già nel 2009, avrebbe mantenuto contatti con l’organizzazione. La terza sezione penale della Cassazione, presieduta da Aldo Aceto e con relatrice Antonella Di Stasi, ha però ritenuto infondato il ricorso, confermando le conclusioni della Corte d’Appello. Nella decisione si sottolinea come i giudici di secondo grado abbiano argomentato in modo adeguato il proprio giudizio, precisando che le dichiarazioni rese da Basco non ebbero alcun ruolo nel mantenimento della custodia cautelare.
Con la pronuncia della Suprema Corte, il risarcimento riconosciuto a Basco diventa definitivo. Il Ministero dell’Economia è inoltre condannato al pagamento delle spese legali, ponendo formalmente fine alla vertenza.

