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Turnover di sim e consegne a domicilio, così il ras “copriva” lo spaccio di coca

SANTA MARIA A VICO. Emergono nuovi dettagli dalle carte dell’inchiesta che coinvolge Massimo Vigliotti, accusato di gestire un’attività di spaccio di cocaina nell’area di Santa Maria a Vico. Le indagini, coordinate dagli inquirenti e supportate da intercettazioni telefoniche e riscontri diretti, hanno delineato un quadro preciso di incontri, linguaggi in codice e abitudini consolidate nella cessione di sostanze stupefacenti.

Le prime conversazioni monitorate risalgono al 28 agosto 2023. In quell’occasione, Vigliotti viene contattato per fissare un appuntamento “fuori strada dove abita”. Poco dopo conferma la disponibilità e dichiara che “a breve raggiungerà” l’interlocutore, una frase che secondo gli investigatori rappresenta un chiaro riferimento alla consegna della droga.

Il giorno successivo, 29 agosto, nuove comunicazioni rafforzano l’impianto accusatorio. In una telefonata, Vigliotti conferma la possibilità di incontrarsi “dopo pranzo” e utilizza un linguaggio convenzionale per indicare le dosi da acquistare, facendo riferimento a “lui, suo fratello e suo cugino”. Per gli inquirenti, si tratta di un modo per quantificare tre dosi di cocaina da 0,5 grammi ciascuna senza esplicitare la natura illecita della transazione.

A consolidare l’accusa è anche la testimonianza resa il 19 ottobre 2023, in cui una persona sentita dagli investigatori ha confermato di aver avuto contatti telefonici esclusivamente con Vigliotti per l’acquisto di cocaina. Dalle dichiarazioni emergono ulteriori dettagli: l’indagato avrebbe cambiato spesso utenza telefonica, avvisando di volta in volta l’acquirente del nuovo numero da contattare, e avrebbe talvolta organizzato consegne a domicilio.

Le modalità di comunicazione, il linguaggio cifrato e la frequenza dei contatti delineano un sistema rodato. Secondo gli atti, Vigliotti coordinava personalmente ogni fase della cessione: dal momento dell’ordine fino all’appuntamento per la consegna.

Decisivo, infine, il riconoscimento fotografico effettuato nel corso dell’inchiesta: la persona coinvolta nelle conversazioni ha identificato Massimo Vigliotti come il soggetto che avrebbe materialmente ceduto la sostanza stupefacente. Gli investigatori ritengono che proprio quel riconoscimento chiuda il cerchio di un’indagine costruita su intercettazioni, riscontri diretti e ammissioni parziali.

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