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Rilievi nella fabbrica della strage: l’inferno scatenato da una scintilla

 

MARCIANISE. Sarà un’inchiesta sicuramente complessa quella che ci lascia in eredità tra dolore straziante e lacrime la tragedia di ieri. La deflagrazione che ha squarciato un silos all’interno dello stabilimento Ecopartenope di Marcianise ha lasciato dietro di sé un bilancio pesantissimo: tre morti e due feriti. Le vittime sono Pasquale De Vita, 51 anni, titolare della società, Ciro Minopoli, 50 anni, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, e Antonio Donadeo, 64 anni, operaio specializzato. I tre, nel pomeriggio di venerdì, stavano effettuando lavori di manutenzione su un serbatoio destinato a contenere olii esausti quando improvvisamente si è verificata la tragedia.

Secondo una prima ricostruzione, l’intervento riguardava l’applicazione di una sonda di misurazione attraverso l’uso di strumenti da saldatura. Una scintilla, o comunque un fenomeno collegato all’energia sviluppata, potrebbe avere innescato i vapori presenti all’interno del silos, generando un’esplosione violentissima. Due corpi sono stati sbalzati sul tetto di un capannone confinante, mentre l’intera struttura è rimasta gravemente danneggiata dall’onda d’urto.

La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, disponendo il sequestro dell’impianto e l’autopsia sui corpi, che sarà effettuata nei prossimi giorni. Fondamentali saranno le testimonianze dei due operai rimasti in vita, che potranno chiarire le fasi immediatamente precedenti alla deflagrazione.

Gli investigatori stanno analizzando anche l’effettiva adozione dei protocolli di sicurezza. Restano aperte diverse ipotesi sulle cause: la prima riguarda l’utilizzo di una saldatrice, che sembra improbabile vista la pericolosità dei vapori. Un’altra possibilità è l’aumento anomalo della pressione interna, forse legato alla presenza di altre sostanze oltre agli olii. Non viene esclusa, infine, una scarica elettrostatica accidentale, che potrebbe aver prodotto l’innesco fatale.

La complessità delle analisi è evidente: oltre agli aspetti tecnici e ingegneristici, sarà necessario capire se siano state rispettate tutte le procedure previste dalla normativa sulla sicurezza sul lavoro e sulla gestione dei rifiuti. L’attenzione degli inquirenti si concentra sulla valutazione preventiva dei rischi e sull’adeguatezza delle misure adottate dall’azienda.

Per Marcianise, quella di venerdì è una ferita profonda: non solo per il numero delle vittime, ma anche per la dinamica di un incidente che ha colpito figure di primo piano all’interno dell’impianto, compreso il proprietario. Le prossime settimane saranno decisive per chiarire responsabilità e dinamiche, mentre la comunità piange tre vite spezzate sul posto di lavoro.

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