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Strage in disco, l’intercettazione choc col figlio del boss dei Casalesi: “Gli sparo anche fra se non mi dà la collana”

San Cipriano d’Aversa. “Io gli sparo anche fra, se non mi da la collana”. E’ quanto dice uno degli arrestati per la strage di Corinaldo, intercettato dagli investigatori mentre parla con altri due membri della banda. La conversazione è tra Di Puorto, Mormone e Amoruso e conferma, per il gip, come gli arrestati siano “soggetti privi di ogni scrupolo morale”, con una “elevatissima pericolosità sociale”. Nella conversazione si parla di rapinare una persona con una collana di valore. “Se vuoi fare la rapina fra – dice Mormone – ti dico dove farla, a Castello c’è un bel negozio di un cinese ha una 22 k”. Risponde Amoroso proponendo, dicono i carabinieri, “di utilizzare un’arma da fuoco per colpire alle ginocchia”. “Io gli sparo anche fra, se non mi da la collana – dice – nelle ginocchia fra, non fa i morti nelle ginocchia”. “Ma tu sei stupido vedi – risponde Mormone – non gli devi né sparare né un c…perché tu arrivi lì con la pistola, lui pensa che tu vuoi la cassa, tu non parli né niente bom! Gliela stacchi, non gli devi dire dammela, gliela stacchi perché lui pensa subito alla cassa non pensa alla collana”.

Il profilo

Tra gli arrestati c’è Ugo Di Puorto, figlio del boss dei Casalesi Sigismondo, originario di San Cipriano d’Aversa e poi stabilitosi nel Modenese dove è stato a lungo referente del cartello criminale. Di Puorto scappò da San Cipriano da latitante e poi venne catturato nel 2010 dalla polizia in Emilia Romagna. Nel covo venne trovata anche una foto di Ugo da piccolo che nel frattempo si è trasferito con la madre a San Prospero.